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Usa, “liberatori” di criminali e terroristi

Tre settimane dopo la finta riconquista dell’Afghanistan, i talebani hanno annunciato la formazione di un governo ad interim nel Paese devastato dalla guerra. In realtà, non c’è stata una reale conquista, infatti, il Paese è stato semplicemente “consegnato” dagli Usa nelle mani dei talebani.

A conferma dell’evidente complicità tra Stati Uniti e talebani vogliamo soffermarci su alcuni aspetti. L’attuale leader dei talebani, Abdul Ghani Baradar, da nove anni era in prigione in Pakistan. Arrestato per terrorismo nel febbraio 2010 dall’Isi (intelligence pakistana) e dalla Cia, è stato liberato nell’ottobre 2018 su richiesta del governo Usa, che lo ha nominato capo delegazione per gli accordi di Doha (sotto gli occhi e con la collaborazione di Turchia e Qatar) fra talebani e governo Usa.

Questi ultimi eventi rappresentano l’ennesima conferma che nulla di quanto accaduto nei giorni scorsi è casuale, o dovuto ad imperizia Usa. il passaggio dell’Afghanistan sotto l’ombrello turco era previsto da tempo. Ma non è la prima operazione del genere per gli americani.

La vecchia teoria Usa dalla mafia all’Isis

Abu Bakr al-Baghdadi, arrestato per terrorismo in Iraq nel 2004, e detenuto nel carcere speciale di Camp Bucca, nel 2009 fu dapprima iniziato dentro al supercarcere alla Ur-Lodge massonica “Hathor Pentalpha” (quella dei Bush e dei neocons Usa, dei Saud, dei regnanti del Qatar, di Erdogan, di Osama Bin Laden, di Tony Blair, Sarkoszy, e altri), e poi subito dopo liberato, per andare a costituire l’Isis e diventarne improvvisamente il “califfo”.

Ma questo Modus operandi a stelle e strisce ha radici molto lontane. Infatti, nel 1943 il mafioso italiano Lucky Luciano, che era in carcere condannato ad una pena di trent’anni per reati vari, collaborò con l’esercito Usa e massoneria per agevolare lo sbarco di questo in Sicilia, e poco dopo fu graziato.

C’è un chiaro filo conduttore nella strategia imperialista americana che ha inondato di sangue l’intero pianeta. Quella che ancora oggi chiamiamo mafia in Italia, non è altro che l’equivalente dell’Isis in Siria o Iraq. La manovalanza che fa il lavoro sporco per conto dello Zio Sam.

Fonte: Massimo Zucchi

di Redazione

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