Primo Piano
Urgente una modifica della legga sui finanziamenti alla cooperazione italiana
Parte da Genova la richiesta di uno strumento legislativo più moderno per rendere stabili e concreti i risultati delle missioni delle nostre Ong nel continente africano.
<<Se si vuole che la cooperazione italiana smetta di essere una forma di beneficenza e che l’aiuto delle Ong prenda radici vere presso i popoli dell’Africa Subsahariana, è necessario consentire alle organizzazioni non lucrative di entrare nel mercato, come già accade all’estero. Sempre che rispettino gli obiettivi statutari della loro missione>>. E’ la richiesta di Edoardo Berti Riboli, presidente della onlus genovese “Medici in Africa” e del consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l’Africa) mentre fervono i preparativi per il IV convegno nazionale dell’associazione, che si terrà a Genova dal 14 al 16 novembre 2013.
<<In base alla legge 49 del 1987 le ong possono accedere ai finanziamenti pubblici ma non possono avere rapporti commerciali con i privati – spiega Berti Riboli – Tuttavia, in un momento di crisi come questo, in cui il sostegno pubblico anche a livello europeo, è carente, è fondamentale coordinare il proprio lavoro con quello delle imprese che già investono o che sono disposte a investire in Africa>>.
Secondo Berti Riboli, molte ong italiane spesso hanno la competenza, la conoscenza dei territori e dell’ambiente in cui lavorano, soprattutto godono della stima dei governi e delle popolazioni locali perché in molti casi sono fortemente radicate da decenni nei paesi africani, dove portano il loro supporto. Perciò potrebbero essere di grandissimo aiuto per le imprese e soprattutto per il reale sviluppo delle attività, commerciali e non, degli abitanti: <<Bisogna mettere quelle popolazioni in condizioni di proseguire da soli un qualunque progetto di sviluppo, messo in moto dalle ong, anche quando queste ultime vanno via>>.
Su questo piano SPeRA condivide la posizione del ministro degli Esteri Emma Bonino che, in occasione del cinquantenario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, ha evidenziato come il continente africano siaradicalmente cambiato e necessiti, perciò, di un mutamento di approccio da parte dei suoi interlocutori europei, a partire dall’Italia: <<Il ministro ha sottolineato che la complementarietà tra le economie africane e quella italiana ci consente di offrire all’Africa un modello di sviluppo rispettoso del futuro del ruolo del continente, purché con uno strettissimo coordinamento tra istituzioni e privati>>.
A questo tema saranno dedicati i lavori del prossimo Convegno SPeRA, dal titolo “Solidarietà Italiana in Africa: Volontariato e Imprese” e al quale prenderanno parte esperti di economia, storia e politica degli Stati africani, nonché rappresentanti istituzionali dei diversi Paesi. L’organizzazione sarà gestita dal Consorzio SPeRA (che riunisce 21 onlus liguri) e dalla onlus “Medici in Africa” (costituita dall’Università e dall’Ordine dei Medici di Genova), con la collaborazione dell’Università e dell’Associazione Giovani Industriali di Genova.
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