Un’Italia stanca copre di fischi il tour di Renzi
Venerdì scorso il Premier Renzi s’è impegnato in un giro attraverso il Sud: Napoli, Reggio Calabria, Gela e Termini Imerese; un tour de force fra una pista d’atterraggio ed eliporti, fatto di sale comunali, comparsate guidate presso aziende, strette di mano dinanzi ai fotografi con i politici locali a sgomitare e tanti, tanti discorsi infarciti dalle immancabili promesse.
Il giro, venduto ai media come una ricognizione nella parte del Paese che più arranca, ha avuto una costante: fischi e contestazioni pressoché ovunque; dietro la siepe delle forze dell’ordine c’era chi non ne può più, chi è stanco di promesse; chi, dopo decenni, continua a vedere dilapidate risorse mentre la fame si diffonde; chi constata sulla propria pelle quanto possano essere bugiardi i proclami e le rassicurazioni dei politici; chi, infine, ha sotto gli occhi tutti i giorni le ingiustizie, le vessazioni e le colpevoli ottusità d’una amministrazione che non si cura di amministrare.
D’accordo, non si può ragionevolmente chiedere che le conseguenze di troppi anni di malgoverno, corruzione, sprechi e criminale inefficienza vengano sanate in pochi mesi, è ovvio, ma le prese in giro no, quelle sono troppo!
L’Italia continua ad affondare, imbalsamata nella stretta d’una cappa onnipotente fatta di burocrati, interessi e relazioni; somme immense continuano ad essere dissipate ad uso degli amici degli amici, mentre disoccupazione e povertà dilagano; le diseguaglianze fra chi soffre negli stenti e chi sciala sono al massimo.
Serve di più, molto di più d’un tour per photo opportunity o di una valanga d’annunci. Serve un progetto rigoroso e lucido, serve la capacità di dirigerlo, serve l’energia e la forza di portarlo a compimento. Scusate ma non vediamo nulla di tutto questo.