Ue vuole allontanare Cina e Russia dai Balcani
I leader dell’Unione Europea (Ue) hanno ospitato la scorsa settimana un vertice con le loro sei controparti balcaniche la cui lode per il supporto cinese e russo durante la crisi del coronavirus ha arruffato parte del blocco. L’Ue afferma che non gli è stato dato abbastanza credito per i 3,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di dollari) che sta fornendo, che superano le forniture mediche che Pechino e Mosca hanno inviato in Serbia e Bosnia nella prima fase dell’epidemia.
Il vertice, previsto nella capitale croata Zagabria 20 anni dopo il primo raduno Ue-Balcani, si è svolto in video-conferenza. Hanno partecipato i capi di Serbia, Kosovo, Montenegro, Albania, Bosnia e Macedonia del Nord con i 27 leader dell’Ue. Malgrado le ferite ancora fresche dalle guerre degli anni ’90, tutti e sei i Paesi aspirano ad aderire all’Ue.
“Il vertice stesso è il messaggio: vogliamo che tu ti unisca”, ha dichiarato un alto diplomatico dell’Ue coinvolto nella preparazione del vertice. “Ma diremo anche che non puoi assecondare i cinesi e i russi quando ti va bene”. Lo scorso marzo, Cina e Russia hanno trasferito medici e forniture mediche in Bosnia e Serbia per aiutare a fermare la diffusione del coronavirus in un momento in cui la risposta iniziale dell’Ue era quasi inesistente.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ringraziato pubblicamente il presidente Xi Jinping e il popolo cinese. Il membro serbo della presidenza tripartita della Bosnia, Milorad Dodik, ha elogiato la Russia, criticando Bruxelles per aver inizialmente limitato le esportazioni di aiuti medici ai membri extra Ue. “L’Europa in cui credevamo dieci anni fa non esiste oggi”, ha dichiarato Dodik.
Ipocrisia Ue
Dopo anni di abbandono, i sei Paesi ricevono solo ora l’attenzione dei governi dell’Ue, preoccupati per l’influenza cinese e russa nella regione. Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avvertito lo scorso novembre che: “Se l’Ue non avesse fatto di più, lo avrebbero fatto gli altri”.
A marzo, la Macedonia del Nord e l’Albania hanno ottenuto l’approvazione per iniziare i colloqui sull’adesione all’Unione europea dopo un ritardo di due anni. Questa iniziativa ha contribuito a contrastare la delusione e rinvigorire le speranze di aderire al blocco che stavano svanendo.
Per rendere la situazione ancor più complessa, cinque Paesi dell’Unione Europea non riconoscono l’indipendenza del Kosovo, compresa la Spagna. Le persistenti tensioni diplomatiche e un nazionalismo non ancora del tutto sopito rendono altamente instabile l’area del Balcani.
di Yahya Sorbello