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Ucraina, studenti africani trattati come animali

Mentre il mondo intero si straccia le vesti per le sorti dell’Ucraina, ignora una realtà che viene accuratamente manipolata e filtrata dai media occidentali.

Barlaney Mufaro Gurure, uno studente di ingegneria spaziale dello Zimbabwe, aveva raggiunto il valico di frontiera occidentale ucraino di Krakovets dopo un estenuante viaggio di quattro giorni. Era il suo turno di attraversare. Ma la guardia di frontiera ha bloccato lui e altri quattro studenti africani con cui viaggiava, dando priorità agli ucraini. Ci sono volute ore e richieste incessanti prima che anche loro potessero passare attraverso il controllo di frontiera.

“Ci siamo sentiti trattati come animali”, ha dichiarato il diciannovenne in un’intervista telefonica da un hotel di Varsavia. Gurure, una matricola alla National Aviation University, è fuggito da Kiev poche ore dopo l’inizio del conflitto.

“Quando abbiamo lasciato Kiev stavamo solo cercando di sopravvivere. Non avremmo mai pensato che ci avrebbero trattato in quel modo […] Pensavo che fossimo tutti uguali, che stessimo cercando di stare insieme”, ha aggiunto Gurure. La sua storia non è isolata poiché decine di africani hanno denunciato episodi di abusi e discriminazioni mentre cercavano di entrare nei vicini dell’Ucraina.

Rifugiati africani lasciati al gelo

Dall’inizio della guerra, almeno 680mila rifugiati sono fuggiti dall’Ucraina nei Paesi vicini, hanno affermato le Nazioni Unite. La metà di questi si trova attualmente in Polonia. Le code lungo il confine ora sono lunghe decine di chilometri con alcuni studenti africani che affermano di aver aspettato giorni per attraversare tra temperature gelide e senza cibo, coperte o ripari.

Claire Moor, un’altra studentessa nera, è stata spinta a terra mentre cercava di salire a bordo di un treno alla stazione di Leopoli. La guardia ha insistito sul fatto che solo le donne potessero prendere il treno. L’ufficiale distolse lo sguardo, disse Moor, mentre lei fece notare che era, in effetti, una donna. “Sono rimasta scioccata perché non conoscevo la portata del razzismo”, ha aggiunto.

Ucraina e le tante verità non dette

Jan Moss, un volontario dell’organizzazione umanitaria polacca Grupa Zagranica, che ha fornito assistenza al confine polacco-ucraino, ha affermato che mentre i rifugiati sono stati accolti in molti valichi fuori dall’Ucraina senza alcuna forma di discriminazione, l’accoglienza vicino a Medyka è stata più problematica in quanto i rifugiati venivano organizzati sulla base del “profilo razziale”.

Agli ucraini e ai cittadini polacchi è consentito passare attraverso la corsia dei veicoli molto più veloce, mentre gli stranieri devono attraversare quella pedonale, un processo in tre fasi che può durare da 14 a 50 ore, ha dichiarato Moss.

Negli ultimi 20 anni, l’Ucraina è emersa come una destinazione privilegiata per gli studenti africani, soprattutto nei campi legati alla medicina poiché è più economica rispetto alle università degli Stati Uniti e di altre parti d’Europa.

Video e tweet con l’hashtag #AfricansinUkraine hanno invaso i social media, innescando numerose iniziative di crowdfunding su Telegram e Instagram per supportare gli studenti alle frontiere e fare pressione sui rispettivi governi.

L’Unione africana ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Le notizie secondo cui gli africani sono stati individuati per un trattamento dissimile inaccettabile sarebbero scandalosamente razzisti e violano il diritto internazionale”. Un portavoce del ministero degli Esteri sudafricano ha affermato domenica che un gruppo di suoi cittadini e altri africani sono stati “trattati male” al confine polacco-ucraino.

Il governo nigeriano ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di comportamenti discriminatori, tra cui un video ampiamente condiviso sui social media che mostra una donna nigeriana con il suo bambino costretta a cedere il suo posto a un’altra persona. 

di Redazione

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