Turchia risolve controversia sull’S-400 con gli Stati Uniti
La proposta della Turchia di non attivare completamente il suo controverso sistema missilistico russo S-400 offre un ramo d’ulivo alla nuova amministrazione statunitense per avviare negoziati sulla questione che ha gravemente teso i legami bilaterali.
Il ministro della Difesa, Hulusi Akar, ha dichiarato in un’intervista a un quotidiano turco che il suo Paese è aperto a un accordo simile a quello con la Grecia, un altro membro della Nato, che è stato concluso dopo aver acquistato gli S-300 – una generazione più vecchia del sistema di difesa russo – nel 1997. “Non c’è nessuna decisione per gli S-400S, i missili potrebbero essere schierati solo se sotto minaccia”, ha aggiunto il ministro.
L’acquisto da parte della Turchia del sistema S-400 è stato uno dei temi chiave che hanno offuscato le relazioni tra Turchia e Stati Uniti, portando all’imposizione delle sanzioni americane.
Akar ha ribadito l’appello di Ankara per colloqui con gli Stati Uniti sugli S-400 russi, che è stato finora ignorato dall’amministrazione del nuovo presidente americano Joe Biden.
“Abbiamo detto che i negoziati potrebbero essere tenuti sotto l’ombrello della Nato. Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è detto positivo sulla questione”, ha dichiarato il ministro turco.
Washington afferma che il sistema S-400 potrebbe essere usato da Mosca in segreto e acquisire informazioni riservate sugli armamenti americani e della Nato, ponendo un serio rischio per l’alleanza.
Gli Stati Uniti affermano che l’approvvigionamento della Turchia fornisce anche fondi sostanziali al settore della difesa russo e gli S-400 sono incompatibili con i sistemi Nato.
La Turchia, tuttavia, insiste sul fatto che non sta pianificando di integrare gli S-400 nei suoi armamenti Nato e le armi non rappresenterebbero una minaccia per i sistemi americani o per l’alleanza.
di Redazione