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Teheran: accordi politico-economici e posizione strategica iraniana

di Cristina Amoroso

Durante la visita in corso del presidente kazako, Nursultan Nazarbayev a Teheran, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha fatto una serie di osservazioni a seguito dei 66 documenti di cooperazione tra settore pubblico e privato, che segnano un “punto di svolta” nelle relazioni reciproche.

“L’Iran e il Kazakhstan condividono il punto di vista di unità e di cooperazione nel mondo musulmano che dovrebbe essere diffusa in tutto il mondo”, ha dichiarato il presidente iraniano, aggiungendo che “l’estremismo, la divisione settaria e il terrorismo sono le principali minacce per il mondo musulmano ed ha sollecitato l’adozione di approcci politici per stabilire la stabilità in Afghanistan, Iraq e Siria e per porre fine all’aggressione saudita nello Yemen”.

Gli accordi tra Teheran e Astana hanno rafforzato la cooperazione in diversi settori dell’economia, dell’agricoltura, della scienza, della cultura, della tecnologia e delle comunicazioni, comprendendo accordi anche sui settori del petrolio e del gas, dell’industria petrolchimica, del greggio e dei prodotti petroliferi.

Il presidente ha aggiunto che la cooperazione bilaterale nel Mar Caspio compreso il trasporto marittimo, il turismo e la determinazione dello status giuridico del lago senza sbocco sul mare sono stati altri temi importanti, discussi durante i colloqui con il presidente kazako.

E proprio sul Mar Caspio Teheran ha tenuto colloqui anche con Mosca relativi allo scavo di un canale navigabile dal Mar Caspio al Golfo Persico, canale che deve passare per l’Iran, come ha riferito l’ambasciatore iraniano in Russia, Mehdi Sanaei, parlando agli studenti a San Pietroburgo.

Il Mar Caspio è il più grande lago interno chiuso nel mondo. La sua costa è lunga 7mila chilometri e confina con la Russia, il Kazakistan, il Turkmenistan, l’Iran e l’Azerbaigian.

Inoltre il 7 aprile, Russia, Azerbaijan ed Iran hanno deciso di accelerare i colloqui su un corridoio di trasporto Nord-Sud, lo ha riferito il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Parte di esso andrà lungo la costa occidentale del Mar Caspio, dalla Russia all’Iran attraverso l’Azerbaijan.
Il corridoio Nord-Sud, una volta costruito, si prevede che riduca significativamente il tempo di trasporto merci dall’India all’Asia centrale e alla Russia. Allo stato attuale, ci vogliono circa 40 giorni per spedire le merci da Mumbai in India, a Mosca, contro i 14 giorni del nuovo percorso.

Sta di fatto che l’Iran si trova in posizione strategica in Medio Oriente, la condivisione di frontiere terrestri con 15 Paesi e canali di mare sulle coste settentrionali e sud-occidentali fa dell’Iran un Paese che può svolgere un ruolo cruciale sulla via della seta, dato il suo accesso a grandi percorsi che si connettono al Medio Oriente e all’Eurasia.

Nel mese di ottobre 2014, un treno di lusso a lunga distanza, che opera nello stile dell’Orient Express, è arrivato nella città iraniana di Zanjan da Budapest – la prima volta che ad un treno privato europeo era stato permesso di entrare in territorio iraniano. I prezzi per il tour di due settimane sul Golden Eagle del Danubio espresso variavano da  8.695 a  13.995 dollari a persona.

Nel mese di febbraio 2016 un treno merci a lunga distanza ha viaggiato dalla Cina all’Iran come tentativo di rinascita dell’antica Via della Seta, una via commerciale trans-asiatica che collega la zona orientale dell’Europa e del Mediterraneo.

Il treno che è arrivato a Teheran, ha impiegato 14 giorni per completare il viaggio lungo 6462 miglia (10,399 mila chilometri) dalla provincia orientale di Zhejiang della Cina attraverso il Kazakistan e il Turkmenistan – un mese meno del percorso via mare da Shanghai al porto iraniano di Bandar Abbas.

E’ arrivato forse il tempo di rilanciare l’idea di Eurasia?

Nel 2015,  Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan si sono uniti insieme in una Unione economica Eurasiatica (Eeu), un’unione doganale con una componente di difesa.

L’opinione ufficiale russa aspetta “la compenetrazione e l’integrazione dell’Unione Economica Euroasiatica (Eeu), con la cintura economica della Via della Seta” in una “Grande Eurasia”.

L’8 maggio 2015, Putin e Xi hanno firmato un accordo a Mosca, che prevede la costituzione di un coordinamento delle istituzioni politiche, fondi di investimento, banche di sviluppo, regimi di cambio e dei sistemi finanziari – tutto per servire una vasta zona di libero scambio che collega la Cina con l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa.

Se il matrimonio di convenienza (Russia-Cina) porterà ad un’unione duratura – o, come prevede George Soros, rappresenta una minaccia per la pace nel mondo –  resta da vedere. Ora una congiuntura unica degli sviluppi economici e politici ha creato un’opportunità all’Eurasia per emergere dal suo sonno storico. Negli ultimi anni, l’occidentale sicurezza di sé è stata umiliata dalla crisi finanziaria del 2008-2009 e dalle catastrofi politiche in Medio Oriente. Allo stesso tempo, gli interessi dei due potenziali costruttori di Eurasia, Cina e Russia, sembrano – almeno superficialmente – essere convergenti.

In questa rilanciata pax mongolica sarà l’Iran a svolgere il ruolo cardine di unità e cooperazione nel mondo musulmano, da esportare in tutto il mondo?

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