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Tragedia mineraria di Brumadinho: un crimine annunciato

La tragedia mineraria del Brasile si chiama Brumadinho, nel Minas Gerais, sud-est del Paese, dove nel pomeriggio di venerdì 25 gennaio, per il crollo di una diga di scorie minerarie un mare di fango ha seminato morte e distruzione. Le vittime sono già una quarantina, ma i dispersi sono forse 300 e qualcuno dice che potrebbero salire a 600. Per la popolazione e le organizzazioni sociali il disastro e un crimine annunciato.

Brumadinho“Vale Mata”, la Vale uccide

La società Vale, una delle più grandi compagnie minerarie del mondo, ha già riferito che mancano 413 dei suoi funzionari, molti dei quali sono probabilmente sepolti dalle scorie dei residui di minerale di ferro. Al momento dell’incidente, molti lavoratori della compagnia pranzavano nella sala da pranzo, situata vicino alla diga distrutta. Quando la notizia è apparsa sulla stampa mondiale, il presidente della Vale, Fabio Schvartsman, si è recato pubblicamente a valutare l’accaduto, trattandolo come un “incidente”.

Tra le famiglie dei minatori il sentimento predominante è quello che si legge nelle scritte subito apparse sui muri, come riferisce Greenpeace Brasil in prima linea a Brumadinho per documentare la tragedia: “Vale Assassina Recidente” (Vale assassina recidiva), “O lucro é o que Vale” (il lucro è quel cheVale); “ Vale Mata!” (La Vale uccide). La popolazione non è d’accordo con il presidente della Vale. Brumadinho non è stato un incidente, come non è stato un incidente neppure la tragedia di Mariana,  avvenuta il 5 novembre 2015). Sono crimini contro la vita umana e l’ambiente. Fanno parte del calcolo inumano del rischio delle grandi compagnie capitaliste. È più economico addebitare con sentenze e risarcimenti, che nella maggior parte dei casi non vengono pagati (come è successo ai residenti di Mariana).

Tutti gli ambientalisti sono unanimi nel dire che ci sono modi per evitare danni e controllare quei serbatoi. L’Università del Minas Gerais ha sviluppato una tecnologia che riutilizza i residui di minerale di ferro, trasformandoli in tichols. Questa tecnologia è stata offerta alla Vale, che l’ha respinta perché doveva spendere di più. E avere meno profitto è inammissibile per qualsiasi società la cui priorità è quella di remunerare gli azionisti della Borsa di New York. Per loro, le vite umane non contano. La Vale ha registrato solo nel terzo trimestre del 2018, un profitto di 5,7 miliardi di reales. È una società che detiene profitti astronomici a beneficio di grandi azionisti nazionali e stranieri.

Dati i danni umani e ambientali, la magistratura ha ordinato di bloccare i conti bancari della Vale per un totale di un miliardo di reales (233 milioni di euro) in previsione di un risarcimento per le vittime. Il governo ha inflitto alla Vale una multa di 250 milioni di reales, oltre 60 milioni di euro.

L’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (Ibama, che Bolsonaro voleva abolire) ha inflitto alla Vale cinque multe per un totale 250 milioni di Real per aver causato inquinamento che potrebbe causare danni alla salute umana; reso un’area urbana o rurale inadatta all’occupazione umana; causato inquinamento idrico che richiede l’interruzione dell’approvvigionamento idrico; causato, mediante l’emissione di effluenti o lo scarico di materiali, la morte di esemplari della biodiversità; sversato scarichi minerari nelle risorse idriche.

Due dei più grandi crimini della storia del Paese sono la diretta responsabilità di Vale, una società strategica che è stata privatizzata al prezzo delle banane da Fhc (Fernando Henrique Cardoso) negli anni Novanta. La seconda tragedia in tre anni dimostra pienamente quanto fosse dannosa la privatizzazione della compagnia mineraria per il Paese.

Con il governo Bolsonaro aumenteranno i rischi disastri

In Brasile ci sono circa 24mila dighe in funzione. La maggior parte di loro fornisce acqua per l’agricoltura. Di queste, il 60 per cento sono clandestine. L’altro 40 per cento non ha le condizioni per essere controllato dagli organi competenti, perché non hanno alcun interesse. Secondo André Trigueiro, giornalista Globonews specializzato in ambiente, se il governo federale decidesse di effettuare un’ispezione rigorosa delle dighe esistenti in Brasile, ci vorrebbero 33 anni per completare l’ispezione!

Il governo di Bolsonaro ha già chiarito la sua strategia per affrontare l’ambiente e le miniere in Brasile: il suo governo favorirà ulteriormente gli interessi delle aziende, cioè i loro profitti. Pertanto, ha nominato un ministro che è perseguito per reati ambientali e mira a indebolire ulteriormente la legislazione e gli organismi di controllo ambientale, oltre a porre fine alla demarcazione delle terre indigene.

Esprimiamo la nostra profonda solidarietà alle famiglie delle vittime di Brumadinho!

di Cristina Amoroso

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