Spese militari mondiali: nuovo record storico
Il mondo si arma fino ai denti e le spese militari affrontate globalmente nel 2017 ammontano ad una cifra da record: 1.739 miliardi di dollari. Mai nella storia si era investito tanto in campo militare e la corsa agli armamenti pare essere in continua accelerazione. Rispetto al 2016 si è infatti registrato un incremento del 1,1%.
Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita e India detengono l’infausto primato, mentre l’Italia è solo al dodicesimo posto di questa allarmante classifica. In base al rapporto del Sipri, l’Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace, Romania, Francia e Svezia sono i paesi europei che hanno incrementato i capitoli di spesa in ambito militare.
La classifica stilata dal rapporto si basa molto semplicemente sul totale di quella parte di bilanci pubblici dei vari Paesi, dedicati appunto alle spese militari. E si tratta ovviamente di quella parte di bilanci i cui dati risultino accessibili. Ciò lascia presagire che il già preoccupante dato possa essere ulteriormente aggravato da tutta una serie di investimenti strategici secretati e dunque non accessibili.
L’incremento maggiore lo fa registrare il Medio Oriente con un +6,2%, con in testa l’Arabia Saudita che con un investimento di 69,4 miliardi di dollari fa un balzo del 9,2%. Ciò significa che, mentre nelle altre aree del mondo, alla spesa militare sono state dedicate risorse che non superano mai l’1,8% del Prodotto interno lordo, in Medio Oriente si sale fino al 5,2%. A causa della crisi economica e dell’aumento del debito pubblico, la Russia ha dovuto frenare gli investimenti, ma non le procedure di ammodernamento nucleare, convenzionale e cibernetico.
Secondo Jan Eliasson, presidente del consiglio di amministrazione del Sipri, questa situazione è motivo di grande preoccupazione in quanto allontanerebbe la possibilità di una ricerca di soluzione pacifica dei conflitti a livello globale.
La diplomazia sembra cedere il passo alle pulsioni guerresche delle potenze mondiali, ma anche di piccoli Paesi con economia in espansione, decisi ad affermarsi in campo internazionale, grazie allo sfoggio di muscoli. Un pavoneggiarsi globale fatto di missili e testate, arsenali ben forniti e professionisti della guerra sempre più attrezzati.
Un pianeta che dedica il 2,2% del suo Pil globale alle spese militari
Un pianeta che dedica il 2,2% del suo Pil globale alle spese militari ha ben preciso un solo obiettivo: l’ottuso mantenimento di equilibri che non possono più fare affidamento sul mero dialogo diplomatico. La rapacità di politiche sempre più compromesse dalla finanza speculativa, l’insanabilità di contrasti interni dalle matrici più disparate, la tensione crescente tra Paesi della stessa area hanno determinato uno scenario globale possibilmente più inquietante di quello verificatosi ai tempi della Guerra Fredda.
di Massimo Caruso