Il sovranista Salvini alla corte del regime sionista
Il vice primo ministro italiano, Matteo Salvini, ha in programma una visita ufficiale in Israele a metà dicembre. Il quotidiano israeliano Haaretz ha diffuso la notizia ieri, riferendo che la visita di Salvini in Israele si svolgerà l’11-12 dicembre, senza fornire ulteriori dettagli sul viaggio. Negli ultimi anni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di sviluppare legami più stretti con leader di estrema destra come in Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Filippine e Brasile.
La Lega Nord di Salvini ha ottenuto un grande successo alle scorse elezioni di marzo, basando l’intera campagna elettorale su una becera lotta all’immigrazione e promettendo espulsioni di massa di rifugiati. Il leader di estrema destra, il cui partito ha formato una coalizione di governo con il Movimento cinque stelle, ha accusato i membri dell’Unione Europea di mettere gran parte dei rifugiati e richiedenti asilo che arrivano in Europa sulle spalle dell’Italia. Affermazione non del tutto veritiera, basta analizzare gli arrivi di migranti nel resto d’Europa.
Salvini ha adottato una linea dura sull’immigrazione e sui rifugiati da quando la coalizione ha preso il potere a giugno, impedendo alle navi che trasportano rifugiati e richiedenti asilo salvati nel Mediterraneo di attraccare nei porti italiani. Salvini ha anche attirato critiche e accuse all’inizio di quest’anno, quando ha richiesto di registrare i membri della minoranza Rom italiana – per lo più composta da persone originarie della Romania e dell’ex Jugoslavia.
La scorsa settimana, il parlamento italiano ha approvato una legge anti-migranti e sulla sicurezza nonostante le forti critiche da parte della sinistra. La nuova legge rende più facile espellere i migranti e limitare i permessi di soggiorno. L’Italia è stata una delle principali destinazioni per i rifugiati in fuga dalle guerre e dai conflitti sostenuti dall’Occidente in Medio Oriente e in Africa, prima che il nuovo governo populista entrasse in carica a Roma.
L’anno scorso, le autorità italiane hanno raggiunto un accordo con il governo riconosciuto a livello internazionale della Libia – il principale punto di imbarco per i rifugiati che cercano di raggiungere l’Europa – per frenare il flusso.
Negli ultimi cinque anni, più di 600mila rifugiati hanno raggiunto l’Italia rischiando la vita a bordo di imbarcazioni precarie. Circa 500mila di loro si trovano ancora nel Paese. Secondo le cifre delle Nazioni Unite, almeno 500 persone sono morte quest’anno mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Lo scorso anno, circa 2.850 migranti hanno perso la vita.
di Giovanni Sorbello