Souha Bechara arrestata in Grecia
Souha Bechara, ex combattente della Resistenza libanese, è stata fermata giorni fa all’aeroporto di Atene da funzionari greci mentre viaggiava da Beirut ad Atene per raggiungere la Svizzera. È stata detenuta per più ore e poi deportata in Libano, con l’accusa di rappresentare una “minaccia alla sicurezza nazionale” di “Paesi europei”.
Souha Bechara si è unita alla Resistenza libanese nel 1986, combattendo contro l’invasione e l’occupazione sionista del Libano meridionale e l’Esercito del Libano meridionale (Sla), diretto da Antoine Lahhad. Nel 1988, Bechara tentò di assassinare Lahhad, ferendolo e paralizzandogli il braccio sinistro. È stata rapita dagli uomini della sicurezza di Lahhad in una prigione sionista, dove è stata torturata e picchiata durante l’interrogatorio prima di essere riportata in Libano e nella famigerata prigione di Khiam, occupata da Israele e gestita dallo Sla. Souha è stata tenuta in isolamento in una minuscola cella e sottoposta a tortura con l’elettroshock, dove è rimasta per 10 anni.
È stata rilasciata nel 1998 a seguito di una vasta campagna libanese e internazionale, meno di due anni prima della liberazione del carcere di Khiam e di tutto il sud del Libano da parte della vittoriosa Resistenza libanese. In seguito ha pubblicato un libro sulle sue esperienze, tradotto in inglese “Resistenza: la mia vita per il Libano”.
Dopo il suo rilascio, ha trascorso del tempo e studiato in Francia e poi si è trasferita in Svizzera, dove si è sposata e ha due figli. È rimasta un’instancabile sostenitrice della liberazione della Patria araba e della liberazione degli oltre 5mila prigionieri politici palestinesi nelle carceri sioniste.
di Redazione