CronacaCultura

Solidarietà al tempo del Coronavirus

Coronavirus: Attiviamo la Solidarietà – Grazie alla “Raccolta fondi per gli invisibili” lanciata dalla Casa del Popolo di Lecce, che in pochi giorni ha già visto il contribuito di tantissime persone, ha avuto inizio la distribuzione dei pacchi alimentari per i bisognosi. Ogni incontro è una finestra sul mondo. Qua il racconto di una nostra compagna. “Arriva al nostro numero di supporto invisibili la telefonata di P. Lei ha 32 anni, è nigeriana, sposata con un connazionale. Ci chiede urgentemente del cibo per lei e i suoi tre figli, di 6 e 5 anni e un bimbo piccolo di appena 2 mesi. Per il piccolo sta terminando il latte in polvere e lei ha poco latte. È preoccupata. Ci attiviamo immediatamente.

Gli invisibili

La mattina presto, guanti e mascherina e sono lì, vivono in una casa a pianterreno nel quartiere popolare di San Pio a Lecce, a poche centinaia di metri dalla nostra Casa del Popolo, sulla stessa strada che noi conosciamo così bene. Quando arrivo, P. esce ed è visibilmente intimorita. Fra il sorriso e due chiacchiere la tensione si scioglie, le porgo i due pacchi di alimenti che abbiamo preparato e sento piangere i bambini nell’altra stanza. Ne approfitto e le consegno anche delle regole sanitarie in inglese, i principali numeri di riferimento dei servizi attivi in città e le spiego chi siamo. 
Lei allora mi concede qualche piccola informazione.

È in Italia dal 2015 e nel 2018 ottiene un permesso di soggiorno per motivi umanitari. P. e la sua famiglia in questi anni hanno vissuto con poche giornate di lavoro in campagna e molte soste al supermercato in fondo al quartiere, anelli di un racket che conosciamo bene in tutte le città e i borghi del nostro Paese. Adesso non hanno di che vivere. Mi fermo e penso: un’altra famiglia con tre bambini deve mangiare, pagare affitto, utenze… perché quelle non si fermano, vanno pagate!

Solidarietà è tutti i giorni

Per tanti anni tutti i giorni per lavoro ho incontrato questi occhi magici, venuti da lontano e dalla disperazione, che hanno tanto da insegnarci, ma questa mattina è diverso. Questa volta, dopo tanto tempo, devo trovare un contatto nuovo, sotto la mascherina, con i guanti, senza poter stringere mani, abbracciare, conoscere i bambini, entrare in casa e bere un tè. Mentre sta piovigginando e fa freddo, il nostro contatto si consuma sul ciglio di una strada. Le chiedo che lavoro facevano prima e le spiego che da lunedì può chiamare il nostro sportello fiscale per capire come continuare a dare da mangiare ai suoi piccoli.

Il nostro pacco basterà sì e no per sei giorni. Un intervento una tantum serve a tamponare ma non a risolvere casi di singoli o di famiglie che già vivevano in emergenza prima dell’emergenza. Ora non hanno nemmeno una prospettiva lavorativa da qui a sei mesi.

La solidarietà ci permette di alzare i tappeti. Poi bisogna mobilitarsi per risolvere le situazioni. L’insorgere di nuovi bisogni e la sempre più marcata differenziazione sociale in questo periodo sta venendo a galla anche in città come Lecce, dove la povertà è stata sempre riconosciuta solo dagli addetti ai lavori.

Torno a casa e mentre penso a tutto questo mi arriva un messaggio di P. su WhatsApp: “Grazie davvero per quello che avete fatto per me e la mia famiglia. Vi sono davvero riconoscente”. Poche semplici parole, ma bastano a farmi capire quanto bisogno di solidarietà ci sia a questo mondo.”

La raccolta fondi è sempre attiva. Se vuoi fare una donazione e aiutare chi in questo momento non ce la fa, segui il link.

Per info: h. 15-17: 349 8793753 h. 17-19: 347 9840364

di Redazione

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