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India, Coronavirus non ferma violenza contro musulmani

Nonostante l’emergenza in corso causata dalla pandemia di coronavirus, il regime indiano continua la sua campagna di violenze e repressione contro la comunità musulmana in India. Tra le ultime azioni repressive delle autorità indiane, la chiusura di un centro islamico e messo i membri in quarantena affermando che era dovuto alla lotta contro il Covid-19.

Il regime indiano ha chiuso alcuni giorni fa l’Ufficio centrale dei missionari islamici e ha accusato i musulmani di diffondere il coronavirus nel Paese. Funzionari indiani hanno affermato che, nonostante l’ordine del governo di obbedire al distanziamento sociale, numerosi musulmani hanno visitato il centro di “Tablighi Jamaat” a Nuova Delhi da diverse città che sono state successivamente messe in quarantena.

Le autorità di Nuova Delhi hanno affermato che i protocolli di quarantena non venivano osservati nel centro, che è considerato un atto criminale. Attualmente, i funzionari si stanno sforzando di trovare coloro che erano nell’edificio e far loro fare un test al coronavirus.

La promulgazione della legge sulla cittadinanza indiana alla fine del 2019 ha scatenato un’ondata di proteste nel Paese. Secondo la nuova legge, solo gli afghani non musulmani, i bengalesi e i pakistani che chiedono asilo in India possono richiedere la cittadinanza nel Paese.

Molti musulmani hanno organizzato diverse proteste contro la nuova legge che è stata repressa con una violenza senza precedenti. Nelle ultime settimane, i video di un gruppo indù che attaccava i musulmani che tornavano a casa dalla moschea hanno suscitato reazioni diffuse.

India, crimini contro i musulmani 

A seguito dell’aggravata brutalità anti-musulmana in India, in particolare nella zona nord-orientale di Nuova Delhi, diverse moschee sono state incendiate. Perfino alcuni musulmani sono stati bruciati vivi nelle loro case, o trascinati fuori dalle loro case e picchiati a morte. Anche i luoghi di lavoro appartenenti ai musulmani sono stati oggetto di violenza. Il Guardian ha riferito che in molti casi la polizia si è messa da parte e ha osservato i crimini o addirittura ha partecipato alla violenza degli indù. 

di Yahya Sorbello

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