Medio Oriente

Soleimani, 25 milioni di iraniani gli hanno reso omaggio

I funerali del generale Soleimani resteranno sicuramente impressi nella storia per l’impressionante affluenza di iraniani che gli hanno reso omaggio. Il portavoce del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), il generale di brigata Ramezan Sharif ha annunciato che durante le processioni funebri del tenente generale Qassem Soleimani, assassinato dal regime terroristico degli Stati Uniti, almeno 25 milioni di persone in cinque città iraniane sono scese in piazza per rendere omaggio all’eroe della lotta contro il terrorismo. “Quando il corpo del defunto generale è stato rimpatriato, in cinque città di Ahvaz, Mashhad, Teheran, Qom e Kerman, 25 milioni di persone hanno preso parte a massicce processioni funebri”, ha dichiarato ieri Sharif.

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Il funzionario dell’Irgc ha aggiunto che questo enorme risultato è stato un messaggio significativo per gli Stati Uniti. Il nostro popolo chiede all’unanimità un confronto contro le politiche espansionistiche degli Stati Uniti e ci sta esortando ad agire contro gli Stati Uniti.

Assassinio del generale Soleimani

Il generale Soleimani è stato martirizzato venerdì 3 gennaio nel corso di un omicidio mirato da parte di aerei statunitensi all’aeroporto internazionale di Baghdad. Il Pentagono ha anche martirizzato Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Forze di mobilitazione popolari irachene (Hashd al-Shaabi), oltre che a cinque militari iraniani e cinque militari iracheni.

L’attacco ha portato gli Stati Uniti e l’Iran sull’orlo della guerra, con Teheran che si è vendicata lanciando missili nelle basi militari in Iraq che ospitano truppe americane. Mercoledì 8 gennaio, l’Iran ha sparato più di una dozzina di missili contro due basi militari americane in Iraq come rappresaglia per l’assassinio di Washington del comandante d’élite di Teheran.

I funzionari iraniani hanno definito l’attacco aereo un “atto di terrorismo internazionale” e hanno promesso ritorsioni. L’Iran ha ripetutamente messo in guardia sul fatto che non sarà l’iniziatore di alcuna guerra, ma si riserva il diritto di autodifesa e darà una risposta schiacciante a qualsiasi atto di aggressione da parte degli Stati Uniti.

di Yahya Sorbello

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