Un soldato israeliano si è dato fuoco a causa dell’ansia e delle pressioni del servizio militare nell’esercito di Israele. I media israeliani hanno riferito domenica che un soldato israeliano di 30 anni si è dato fuoco nella città di Netanya, nei territori occupati della Palestina.
Come affermano le fonti del regime, il soldato soffriva di disturbo da stress post-traumatico a causa delle difficili condizioni vissute durante la guerra israeliana del 2014 a Gaza.
Dal 7 luglio 2014, quando il regime israeliano ha lanciato una guerra contro la Striscia di Gaza durata 51 giorni, 2.322 palestinesi hanno perso la vita e altri 11mila sono rimasti feriti.
La notizia dell’autoimmolazione delle truppe israeliane è arrivata mentre i media israeliani hanno riportato un aumento del numero di suicidi tra i vari ranghi dell’esercito. Hanno anche riportato numerosi casi di comandanti e soldati che hanno aggredito donne soldato nelle unità militari israeliane.
Herzl “Herzi” Halevi, il capo di stato maggiore delle forze di occupazione israeliane, ha affrontato la questione del suicidio tra le forze dell’esercito e ha valutato la situazione come minacciosa.
La tv israeliana Kan 11 ha riportato l’ordine di Halevi di elaborare un piano per fermare il fenomeno stanziando più fondi e servizi alla persona. Il quotidiano israeliano Yediot Aharonot ha riportato 14 casi di suicidio tra le forze militari del regime nel 2022, il numero più alto negli ultimi cinque anni.
di Redazione
