Medio Oriente

Siria, al via operazione dell’esercito turco

Quella che sembrava soltanto una minaccia da parte del Presidente turco Erdogan, oggi si sta realmente concretizzando. È infatti notizia di queste ore la decisione dell’esercito turco di invadere il nord della Siria.

L’operazione avrebbe il bene placito degli Stati Uniti d’America con cui ad inizio agosto scorso la Turchia aveva stretto un accordo per la gestione della fascia di territorio a stretto contatto con il confine turco. La porta voce della Casa Bianca, Stephanie Grisham, ha detto che l’America “will not support or be involved in the operation” and “will no longer be in the immediate area”, riferendosi ai circa mille soldati coinvolti nei pattugliamenti congiunti con l’esercito turco.

Il comunicato è giunto in seguito ad una telefonata della tra Il Presidente Trump e Recep Tayyip Erdogan. Come ha riportato l’agenzia di stampa Nova, la Casa Bianca ha dichiarato che “Il governo degli Stati Uniti ha a lungo esercitato pressioni su Francia, Germania e altre nazioni europee, da dove provenivano molti combattenti dell’Isis catturati, per riprenderli indietro, ma non li vogliono e hanno rifiutato”.

Lasciando alla Turchia, adesso, la responsabilità “di tutti i combattenti dell’Isis catturati negli ultimi due anni”, aggiunge la nota dell’amministrazione Trump. Riferendosi probabilmente alle continue pressioni ricevute dal governo turco, negli ultimi tempi, per attuare un’operazione di bonifica da tutti i gruppi armati considerati terroristici nella “Safe Zone”. Ma soprattutto il riferimento è alle Forze Democratiche Siriane (Sdf), un’alleanza di diverse milizie, appoggiata in questi anni soprattutto dagli Usa. Si dovrà aspettare per sapere con certezza quali sono le intenzioni turche riguardo a questa striscia di territorio turco a nord della Siria.

Le “promesse” di Erdogan sulla Siria

Erdogan ha sempre rassicurato, nelle sue dichiarazioni, sul fatto di non essere interessati ad una occupazione, ma di agire soltanto nell’ottica di riportare in quest’area circa 1 dei 3,6 milioni di siriani sfuggiti alla guerra ed oggi stanziati in Turchia.

di Massimiliano Parisi

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