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Siria, il silenzio non è neutralità, è complicità

Siria – I sunniti che ancora pensano che questa battaglia e questa repressione siano solo contro gli sciiti e che i sunniti non abbiano nulla a che fare con questo, pensando che saranno risparmiati perché si tratta solo di un conflitto Iran-Israele, si sbagliano completamente.

Questa lotta e questa repressione non sono solo contro gli sciiti, ma contro l’intera comunità islamica. Sono contro chiunque faccia parte dell’Asse della Resistenza, che include, ma non si limita agli sciiti.

Lo abbiamo già detto, e oggi dovrebbe essere ancora più chiaro: questa battaglia non è settaria. Se pensate ancora che si tratti solo di un conflitto Iran-Israele, la vostra percezione è sbagliata, pericolosamente sbagliata.

Giorni fa, al-Julani ha arrestato due leader del Jihad Islamico in Siria, mentre Israele ha ucciso un alto dirigente del Movimento Fajr e un leader del Jamaat-e-Islami in Libano. Una persona su due è minacciata: né i sunniti né gli sciiti sono al sicuro. Questa è una guerra contro chiunque si opponga a Israele e all’ordine regionale sostenuto dagli Stati Uniti.

L’Asse della Resistenza combatte collettivamente e con coerenza. I sunniti, d’altra parte, rimangono divisi, distratti da illusioni settarie e narrazioni alimentate dai media. Arriverà il giorno – e deve arrivare presto – in cui tutti i sunniti capiranno che non c’è altra via d’uscita se non la Resistenza. Non si tratta di chi sostiene l’Iran o meno. Questa è propaganda. Smettetela di mentire a voi stessi.

Il vostro silenzio non è neutralità, è complicità. Ogni sunnita che osserva questa guerra e pensa ancora che non lo riguardi è disinformato o si sta allontanando intenzionalmente. Ma la repressione si sta espandendo. Sta ingoiando voci, schiacciando movimenti, arrestando leader, a prescindere dalla setta, dalla geografia.

Siria: la via dell’umiliazione o quella della Resistenza

Oggi, la minaccia al mondo sunnita è innegabile. I veri sunniti, i sunniti ideologici, sono sotto attacco. Bisogna scegliere: o la via dell’umiliazione o quella della Resistenza. O si sta dalla parte degli oppressi o si diventa strumenti nelle mani dell’oppressore.

Questo è un messaggio chiaro per tutti, compresi quei palestinese che pensano ancora che il nuovo regime siriano farà qualcosa di buono per loro. Non ci sono più scuse. È ora di denunciare l’intero asse sionista-salafita, chiamatelo con il suo nome. È ora di rifiutare apertamente questa estensione delle Forze di Difesa Israeliane, a prescindere dall’uniforme che indossano, a prescindere dalla lingua che parlano. Se pensate ancora che stare in silenzio vi proteggerà, aspettate e vedrete: saranno loro i prossimi a venire a prendervi. Questa non è solo Resistenza per la sopravvivenza, è Resistenza per la dignità.

di Redazione

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