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Siria, scoperto arsenale israeliano nelle mani dei “ribelli”

di Giovanni Sorbello

E’ alle fasi conclusive l’operazione condotta da Hezbollah sul confine tra Libano e Siria, per bonificare l’intera regione divenuta negli ultimi anni una roccaforte dei gruppi terroristici anti-Assad, sostenuti dall’Arabia Saudita e non solo.

Ieri mattina, i combattenti di Hezbollah hanno ucciso decine di mercenari, arrestato tre membri del gruppo terroristico Ahrar al-Sham e liberato l’intera area adiacente alla moschea di al-Jasr, nella città strategica di Zabadani.

Nel corso dell’operazione, i combattenti libanesi hanno anche scoperto diversi tunnel lunghi centinaia di metri che attraversavano diverse zone della città, sequestrato un grande deposito di armi di fabbricazione israeliana e attrezzature militari nei pressi della moschea di al-Rahmah, nella zona centrale di Zabadani.

Il ruolo di Israele non si limita solo alla fornitura di armi, infatti, giovedì scorso, l’aviazione israeliana è intervenuta per cercare di rompere l’assedio contro i terroristi suoi “alleati”, bombardando una postazione di artiglieria dell’esercito siriano a Zabadani.

Dopo il raid israeliano, almeno duecento mercenari del Fronte al-Nusra hanno tentato l’ennesimo attacco contro le postazioni di Hezbollah, ma anche questa volta hanno fallito nel loro intento. La reazione della Resistenza libanese ha messo in fuga i terroristi, scatenando una violenta controffensiva che si è tradotta per i terroristi nell’ennesima debacle. Gli scontri, durati almeno otto ore, hanno causato la morte di decine di mercenari di al-Nusra.

Attualmente, i gruppi terroristici si trovano intrappolati in una piccola area di Zabadani ampia appena 1 km quadrato. L’eroica e strategica battaglia di Zabadani volge verso la fine.

Liberando totalmente Zabadani, fino a qualche mese fa roccaforte dei gruppi terroristici anti-Assad, significa dare una svolta decisiva alla devastante guerra scatenata contro la Siria. Avere il controllo di questa regione significa mettere in totale sicurezza il confine libanese, quindi, bloccare definitivamente i rifornimenti di armi, cibo e uomini ai vari gruppi terroristici. Altro aspetto importante, si mette in sicurezza lo strategico asse viario che collega Beirut a Damasco.

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