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Siria. “Ribelli”: trasformiamo i bambini in macchine per uccidere

di Giovanni Sorbello

Secondo un rapporto di Agence France Presse, Abdel Razzaq di 38 anni, ex sergente dell’esercito siriano, oggi addestra i ragazzi del Libero esercito siriano: “Quando arrivano qui, sono dei bambini. Nel momento in cui escono, sono macchine per uccidere” questa  è la sconvolgente dichiarazione di Razzaq. 
“Io insegno loro a non aver paura della guerra e non esitare quando arriva il momento di uccidere”, ha dichiarato parlando del suo ultimo gruppo di venti volontari, di età compresa tra 14-18 anni. 

Egli ha inoltre affermato che “non ci sono uomini più adulti nei villaggi. Ora sono i bambini che vengono addestrati militarmente”. 
Invece di studiare sui libri di scuola, Abdel Razzaq insegna ai suoi studenti come gestire un kalashnikov, l’arma più comunemente usata dai “ribelli”.

Insegna loro come disarmare il nemico e ucciderlo con un coltello o anche a mani nude. 
“I bambini sono i migliori soldati che conosco. Obbediscono ad ogni comando. Un adulto fa delle domande e pretende delle risposte, i bambini non mettono in discussione nulla”, aggiunge Abdel Razzaq. 

Sobhi, di 15 anni, ha dichiarato di aver supplicato il padre affinchè gli permettesse di cominciare l’addestramento militare. 

Abdel Razzaq addestra i suoi “allievi” presso un’ex scuola che si trova in provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Prima di essere inviati al fronte, i ragazzi ricevono due ore di allenamento al giorno per tre mesi. 
“Senza una formazione adeguata, morirebbero in fretta”, ha dichiarato Abdel Razzaq. 
Mohammed 15 anni sembra aver imparato in fretta come assemblare e smontare il suo kalashnikov, afferma orgoglioso il suo “maestro”.  

Vale la pena ricordare che il diritto internazionale vieta l’uso di chiunque abbia meno di 18 anni in combattimento e nelle operazioni di sostegno militare, come spionaggio, trasporto armi o fornitura di materiali di consumo per i combattenti. 

L’uso dei bambini “come combattenti o come supporto ai combattenti costituisce una grave violazione dei diritti dei bambini”, ha dichiarato Jean-Nicolas Beuze coordinatore protezione dell’infanzia dell’Unicef. 
Secondo i rapporti dei gruppi per i diritti dei bambini, la guerra siriana ha ucciso più di 3.500 bambini.

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