Siria: l’assedio di Deir Ezzur
A Deir Ezzur, provincia a 450 km a nord-est di Damasco, dal 2014 i residenti subiscono un assedio feroce ad opera dei militanti dell’Isil. La scarsità dei generi di prima necessità sta costringendo la popolazione a vivere in situazione di estrema indigenza. Dal 2014, l’Isil ha ucciso decine di residenti, asserragliandosi in diverse zone e facendosi scudo con i civili inermi. Il 17 febbraio la Mezzaluna Rossa siriana ha provveduto a distribuire 2800 pacchi di aiuti alimentari che erano stati paracadutati dalla forza aerea siriana; nelle stesse ore, l’esercito siriano ha riconquistato diverse postazioni nella provincia orientale.
Il mese scorso l’attivista siriano Mujahid al-Shami, fondatore della campagna “Deir Ezzur: Vittime in Silenzio”, aveva denunciato che i terroristi avevano obbligato tutti i medici a lasciare la zona; inoltre uno dei residenti ha testimoniato a Fars News Agency la profonda disperazione delle famiglie ostaggio dell’Isil, dichiarando che oltre alla mancanza di generi alimentari, di carburante e di farmaci, i civili sono costretti a fare i conti con un inasprimento delle violenze da parte dei miliziani, che stanno rapidamente perdendo terreno grazie all’avanzare dell’esercito ma sfogano la loro frustrazione sui civili inermi e provati da un assedio che sembra non avere fine.
Situazione analoga per i residenti delle due città sciite di Fou’aa e Kafraya, nella provincia di Idlib, dove la scarsità di cibo ha costretto gli abitanti a nutrirsi di piante crude, e dove anche l’acqua potabile o la legna da ardere sono beni costosissimi. Fou’aa e Kafraya sono state sotto assedio dei militanti di Harakat Al-Ahrar Sham per mesi prima che il ‘cessate il fuoco’ permettesse di far giungere alla popolazione (oltre 40mila civili) degli aiuti. Nonostante i civili siano ormai allo stremo, i miliziani hanno requisito gli aiuti che ‘rivendono’ a prezzi esorbitanti che nessuno è in grado di pagare e si rifiutano di rispettare il ‘cessate il fuoco’.
Le drammatiche condizioni in cui versano i residenti delle tre città di Deir Ezzur, Fou’aa e Kafraya non hanno minimamente scalfito o impressionato l’opinione pubblica internazionale, così solerte invece nel condannare il governo siriano per le tanto raccapriccianti quanto false immagini diffuse dai media occidentali su Madaya solo poche settimane fa. La narrazione dei media occidentali, volutamente falsa e parziale, funzionale ad un certo tipo di ‘bombardamento mediatico’, condannava il governo e l’esercito siriani ed Hezbollah dell’assedio su Madaya ma taceva sui camion carichi di aiuti umanitari e personale medico che effettivamente raggiungevano la città ma sono caduti nelle mani dei terroristi, unici responsabili dell’assedio.
A chi accusa il governo siriano di colpevoli ritardi nell’invio di aiuti e nella creazione di ‘corridoi umanitari’ così ha risposto il Presidente Bashar al-Assad solo pochi giorni fa, nel corso di una lunga intervista al quotidiano spagnolo ‘El Pais’: “Non abbiamo imposto alcun embargo su nessuna area in Siria. C’è differenza tra un assedio e un esercito che circonda una zona specifica perché ci sono terroristi. Il problema in queste aree è che i gruppi armati stessi hanno sequestrato cibo e altri beni di prima necessità agli abitanti per poi rivenderli a prezzi molto alti. Mentre il governo non ha mai impedito l’arrivo degli aiuti a qualsiasi area, comprese le zone che sono sotto il controllo dello Stato Islamico, come la città di Raqa nel nord del Paese, prima sotto il controllo del Fronte al-Nusra per quasi tre anni. Sono stati inviati in queste aree tutte le pensioni, gli stipendi dei dipendenti ed i vaccini per i bambini. Se mandiamo i salari a Raqqa è perché crediamo che ogni siriano ricada sotto la responsabilità del governo, quindi perché non farlo come in altre aree? Questo sarebbe contraddittorio. Ecco perché ho detto che la consegna degli aiuti umanitari non è una questione recente. Noi, fin dall’inizio, non abbiamo mai smesso di consentire l’invio di aiuti”.
Nella mattinata del 24 febbraio Stephen O’Brien, coordinatore delle operazioni umanitarie dell’Onu, ha annunciato che anche un aereo del Programma alimentare mondiale (Pam) ha sganciato un primo carico di 21 tonnellate di aiuti destinati alla popolazione di Deir Ezzun.