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Siria, come la guerra ha trasformato la società

La guerra in Siria oltre a lasciare un Paese ridotto in macerie ha inciso profondamente sulla società in modo devastante e sottile, con cambiamenti tali che avranno bisogno di tempo per essere assorbiti.

Annientamento dei giovani

L’annientamento della popolazione maschile siriana rappresenta il cambiamento principale subito dal tessuto sociale del Paese, poiché un’intera generazione di uomini è stata ridotta a causa di morte, disabilità, sfollamento forzato e scomparsa. Una famiglia alawita proveniente da una città costiera offre una finestra sulla situazione devastata della popolazione maschile, anche in un territorio che è rimasto saldamente sotto il controllo del governo. Di tre fratelli, uno è stato ucciso in battaglia, un altro è rimasto paralizzato da un proiettile nella spina dorsale, e il terzo – un funzionario civile di 30 anni. Sua madre riassume così la sua situazione: “Siamo stufi della guerra. Ho perso un figlio e un altro è mezzo morto. Confido che Dio metterà fine a questa guerra; le tombe sono piene di giovani uomini”.

Cannibalizzazione economica

La seconda trasformazione fondamentale da considerare è la distruzione dell’economia produttiva della Siria e la sua sostituzione con un’economia di cannibalizzazione sistematica, in cui i segmenti poveri della società siriana sopravvivono saccheggiandosi reciprocamente. La manifestazione più visibile di questa nuova economia è una cultura altamente sviluppata del saccheggio e così radicata che la lingua siriana parlata ha incorporato un nuovo termine – taafish – per descrivere una pratica che va ben oltre il furto di mobili per includere aspetti quali lo smantellamento di linee elettriche e piombo da case, strade e fabbriche. Dato che questa piaga si è diffusa in tutta la Siria, il bottino ha creato una microeconomia a sé stante, dal riciclaggio per la proliferazione di mercati taafish dove la gente compra beni di seconda mano rubati da altri siriani. Molti non hanno altra scelta che utilizzare questi mercati per sostituire quello che gli è stato rubato.

Ritorno a Deir Ezzor

Un funzionario ha spiegato il processo di ritorno nella sua città natale, Deir Ezzor, dopo due anni di dislocamento a Damasco: “Nell’ottobre del 2017, mi è stato ordinato di tornare a Deir Ezzor per riprendere il mio lavoro per il governo. Sono stato sorpreso di scoprire che il mio condominio era stato smantellato. Hanno rubato tutto. Mio fratello mi ha aiutato a trovare una semplice camera da letto e mi ha comprato dei beni rubati per arredarli”.

Mentre gran parte dell’economia predatoria della Siria è direttamente collegata alla violenza, la guerra ha generato innumerevoli forme di predazione più sottili che dureranno e si evolveranno nei prossimi anni. Questa economia cannibale, abbracciando tutti coloro che fanno affidamento sull’estorsione per il loro sostentamento, si estende fino alla coorte di avvocati, agenti di sicurezza e funzionari che sono diventati gli “intermediari” nel mercato di documenti ufficiali, come quelli relativi alla nascita, certificati di matrimonio e certificati di morte.

Siria, muri di paura e di stanchezza

Cambiamento meno evidente ma non meno profondo consiste in quei muri di paura e di stanchezza, là dove la sorveglianza attiva, l’intimidazione e la repressione non sono gli unici fattori che contribuiscono a questa atmosfera di piombo. La gente si sente perduta, frustrata al punto che non si preoccupa dei fatti quotidiani, non avendo nessuna idea del loro futuro.

Considerato che la guerra ha ulteriormente lacerato le fratture sociali ed economiche che esistevano molto prima del conflitto, data l’entità della frammentazione e della disintegrazione della Siria, è ancora più sorprendente osservare l’ingegnosità con cui i comuni siriani continuano a cercare di andare avanti per il mantenimento dell’unità, facendo affidamento su un misto di determinazione, pazienza e forme di solidarietà che salvano le persone. Per molti, questo è semplicemente aspettare e resistere il tempo necessario fino a quando non possono veramente riprendere le loro vite.

La guerra in Siria si evolve verso una conclusione senza dare la sensazione di aver raggiunto la fine. Quando la violenza su larga scala diminuisce, le domande essenziali rimarranno senza risposta: quante persone sono state uccise? Innumerevoli tragedie rimarranno oscurate dalle narrazioni rivali, dalle prove distrutte e dall’entità della devastazione del Paese.

di Cristina Amoroso

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