di Pietro Spitaleri
L’esercito siriano ha ucciso oggi più di cento “ribelli” armati a Jabal al-Zawiya, nella provincia settentrionale di Idlib, vicino al confine turco. Il governo di Assad è in guerra contro i terroristi e “ribelli” armati sostenuti da alcuni paesi occidentali, oltre che da Turchia, Qatar e Arabia Saudita.
Doha e Riyadh sostengono finanziariamente i gruppi armati e li riforniscono di diversi tipi di armi attraverso il territorio turco. La Siria è vittima di un’aggressione militare dal marzo 2011, con attacchi organizzati in tutto il paese da bande ben armate contro le forze di polizia, guardie di frontiera siriane e civili. Migliaia sono state le vittime di questi vili attacchi, tra civili e militari siriani.
Secondo il quotidiano statunitense Washington Post, i “ribelli” siriani che combattono contro il governo del Presidente Assad, hanno ricevuto nelle ultime settimane, una grossa fornitura di armi sofisticate, provenienti da alcuni paesi arabi del Golfo Persico, con il coordinamento da parte degli Stati Uniti.
Il giornale, citando fonti dell’opposizione e funzionari statunitensi, ha riferito che i funzionari dell’amministrazione Obama hanno sottolineato che il governo americano ha ampliato i contatti con le forze militari dell’opposizione, per realizzare un comando centrale di controllo delle infrastrutture militari. Secondo il rapporto, il materiale è stato accumulato a Idlib, vicino al confine turco e in Zabadani sul confine libanese.
Gli attivisti dell’opposizione hanno riferito che spesso le armi vengono acquistate sul mercato nero nei paesi limitrofi, soprattutto dal Libano, dove le milizie armate legate ad Hariri, forniscono ogni tipo di sostegno oltre ad armi e munizioni.
