Siria, la caduta e le influenze esterne
Siria – In Occidente e non solo, si festeggia per la caduta del regime di Bashar Al-Assad. Si festeggia come lo si fece ai tempi della caduta di Saddam Hussein e di Gheddafi. L’Occidente è solito festeggiare le cadute di regimi che non sono più a lui consoni; il “regime change” è una pratica che da sempre è stata portata avanti dagli Stati Uniti, prima nel giardino di casa, il Sud America, e poi esportata.
Chi sono i terroristi di Hay’at Tahrir al-Sham?
Acronimo in Hts, è la formazione che si è fatta avanti nel territorio siriano e che in pochi giorni è riuscita a cacciare Al-Assad, fuggito in Russia dove ha chiesto asilo. I miliziani dell’Hts, seppur ben equipaggiati, a poco sarebbero serviti se non vi fossero stati altri due elementi in gioco: Il ruolo delle intelligence di Israele e Turchia e la totale inconsistenza dell’esercito lealista. Altro aspetto determinante è stato il disimpegno/tradimento di Putin, oramai interessato a concludere la faccenda ucraina con l’amico Trump.
La Siria è un Paese dove il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Lo scorso 4 Dicembre, un dollaro si scambiava con 17500 lire siriane. Dicevamo dell’esercito lealista: esausto, disorganizzato e poco affidabile, a cui non era bastato l’intervento della Russia a migliorarne le sorti del Paese.
Siria, un’offensiva annunciata
La dissoluzione dell’esercito, Al-Assad che si affida totalmente ai russi diventandone totalmente dipendente, il lavorio ai fianchi dei servizi segreti israeliani e turchi e i piani dell’Hts che si conoscevano da metà ottobre, quando Ankara informò Mosca. Hts ha iniziato le sue manovre cinque anni fa, quando ha avviato, nella provincia di Idlib, campagne di reclutamento e messo in piedi un’accademia militare provvista di campi d’addestramento. Ancora una volta, gli interessi dei “grandi” sulla pelle dei popoli.
di Sebastiano Lo Monaco