Sionisti vogliono tornare nei Paesi di origine
Un nuovo rapporto ha rivelato che l’alto costo della vita nei territori occupati sta costringendo molti coloni sionisti a considerare di vivere da qualche altra parte o addirittura di tornare nei loro Paesi d’origine. Secondo il rapporto, pubblicato dal quotidiano in lingua ebraica Israel Hayom, le cupe prospettive economiche nella Palestina occupata hanno spinto un numero significativo di immigrati ebrei a pensare di cambiare luogo di residenza.
Gli immigrati sostengono che vivere nei territori occupati da Israele non è necessariamente il loro destino ultimo.
Inoltre, coloro che hanno cercato per anni di immigrare nella Palestina occupata ora hanno cambiato idea e affermano di non essere più disposti a vivere in un luogo in cui i prezzi sono proibitivi.
A maggio, un sondaggio tra giovani ebrei sionisti ha rilevato che quasi la metà della popolazione nei territori occupati non è ottimista sul futuro dell’entità sionista, mentre più di un terzo delle persone pensa all’emigrazione per trovare lavoro e migliorare la propria vite.
Sionisti e rabbia sociale
Questioni come l’aumento del costo della vita, la situazione della sicurezza e le divisioni sociali sono tra le altre ragioni per cui i giovani sionisti rimuginano sull’abbandono dei territori occupati. Il sondaggio ha anche evidenziato che il 40% degli intervistati ha citato l’aumento dei costi per tale potenziale decisione, mentre il 22% degli intervistati ha accusato la scarsa situazione della sicurezza.
Le divisioni sociali sono state descritte come la ragione principale dell’emigrazione per il 18% degli intervistati.
Molti studiosi e scrittori hanno già indicato la teoria del “collasso dall’interno” riguardo al futuro del regime di occupazione di Israele, dati i tre fattori di crisi economica, situazione precaria di sicurezza e divisioni sociali.
Negli ultimi mesi è divampata un’intensa rabbia pubblica nei territori occupati da Israele per l’aumento dei costi, dopo che il prezzo della benzina e dell’elettricità, così come dei beni di prima necessità, è aumentato. Secondo l’indice del costo della vita mondiale dell’Economist Intelligence Unit, la città costiera di Tel Aviv è classificata come la città più costosa del mondo.
di Redazione