Sicilia: per la Cassazione il Muos è abusivo
Crediamo che la forza di un popolo unito, o di un folto gruppo di persone, se riesce a combattere le proprie battaglie con pertinacia e coraggio, può anche riuscire a ribaltare qualsiasi situazione e qualsiasi destino.
E’ quello che hanno fatto i militanti contro il Muos, da diversi anni, lottando contro lo strapotere americano, che da più di settanta anni subiamo in Sicilia, e contro il governo italiano e siciliano, entrambi succubi di esso per scelta.
Una battaglia, la nostra, contro ciò che è da tutti percepito come un sopruso della peggiore specie in danno della Sicilia e dei Siciliani.
Nella lunga storia tutta siciliana del Muos di Niscemi, noi Siciliani avevamo assistito, da ultimo, all’ennesima sceneggiata, riguardo alle emissioni elettromagnetiche del nuovo sistema satellitare impiantato di recente nella Sughereta, avente come tema un’altra richiesta di verificazioni da parte del Cga di Palermo, che aveva affidato l’incarico a un collegio di esperti composto da tre referenti dei ministri della Salute, dell’Ambiente, dell’Infrastrutture e da due scienziati (uno del Cnr e l’altro del Cun), quindi di parte, per stabilire quali conseguenze avrebbero potuto esserci per la salute dei siciliani a causa della messa in funzione delle tre parabole del Muos, le quali si sommano all’inquinamento elettromagnetico già creato dalle 46 antenne del sistema N.R.T.F., esistenti nella stessa base sin dal 1991.
Evidentemente, per i giudici del Cga non sono state soddisfacenti le varie relazioni già esistenti a firma di eminenti scienziati, tra cui l’ultima presentata a Roma il 15 maggio 2014, all’Audizione in IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, a firma di un gruppo di scienziati, tra cui il Prof. Massimo Zucchetti e il Prof. Massimo Coraddu, né la verificazione già svolta in primo grado per il C.G.A. dal Prof. D’Amore dell’Università La Sapienza di Roma, in cui anch’egli aveva evidenziato i gravissimi vizi delle autorizzazioni rilasciate per la costruzione del Muos, vizi che non avrebbero potuto garantire né la salute dei cittadini, né la salvaguardia dell’ambiente.
Non dimentichiamo, inoltre, che in quella stessa zona un grande contributo all’inquinamento ambientale l’ha già dato, e lo dà tutt’oggi, il Petrolchimico di Gela, facendo innalzare l’indice di tumori nella popolazione, inquinamento che si sommerebbe a quello determinato dai sistemi N.R.T.F. e Muos di Niscemi.
Il solo sistema Muos creerebbe un campo elettromagnetico di notevole intensità per un raggio di azione di oltre 135 Km, che avrà valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, per le maxi antenne, secondo quanto affermano gli studiosi, mentre i due trasmettitori elicoidali avranno una frequenza di trasmissione che oscilla tra i 240 e i 315 MHz, pertanto di molto superiore ai limiti fissati dalla legge italiana (legge n. 36 del 2001).
Il lavoro dei verificatori non era stato portato a termine a causa di intoppi vari, dovuti soprattutto al reperimento da parte dell’Arpa dei macchinari idonei per tali misurazioni, ai tempi insufficienti per effettuarle e all’impossibilità di predisporre misure precauzionali per evitare danni alla popolazione derivanti dall’accensione alla massima potenza del sistema Muos.
Fortunatamente, era intervenuto il Prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, che coscienziosamente, almeno lei, aveva bloccato l’accensione del Muos in assenza di dati certi sull’innocuità per la popolazione. Una decisione che le rende onore, ma che fa risaltare ancor di più l’insopportabile menefreghismo da parte dei nostri politici, facendo crescere, non poco, la rabbia in tutti noi Siciliani.
Tanti sono stati gli inganni, le bugie e i tradimenti da parte della Regione Siciliana, ma su tutti campeggia la famosa “revoca della revoca” delle autorizzazioni per la costruzione del Muos, atto giuridicamente inesistente poiché con la prima revoca l’atto delle autorizzazioni era già diventato nullo, pertanto non sarebbe potuto tornare in vita con la revoca della revoca e ciò ha stabilito anche il Tar di Palermo con sentenza del 15 Febbraio 2015.
In questa brutta faccenda, ciò che addolora noi Siciliani è il fatto che il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, non abbia mai trovato il coraggio di difendere la nostra Sicilia come avrebbe dovuto, proprio quando più necessitava di aiuto da parte dei suoi figli.
Finalmente, però, il 25 Gennaio 2016, mentre noi Siciliani stavamo quasi per perdere la fiducia nella giustizia, oltre che nei politici, è arrivata la notizia dell’emessa sentenza della Cassazione, la quale stabilisce, sorprendentemente, che il Muos è abusivo, rigettando, pertanto, il ricorso inoltrato dall’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero della Difesa e condannando lo stesso Ministero al pagamento delle spese processuali.
Incredibile ma vero!
Ciò significa che rimane vigente l’ordinanza emessa l’1 aprile del 2015 dal Gip di Caltagirone e confermata poi dal Tribunale per il Riesame di Catania, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, grazie alla quale si erano bloccati i lavori per l’ultimazione del sistema di Telecomunicazione satellitare Muos, che insiste nella base americana situata all’interno della Sughereta, Sito d’Importanza Comunitaria sottoposto a vincoli di rispetto ambientali, dove mai si sarebbe dovuto e potuto edificare quanto invece è stato edificato, in spregio delle norme esistenti in materia, poiché sottoposto a vincolo d’inedificabilità assoluta.
Il Piano territoriale per la “Sughereta”, infatti, vietava espressamente la “realizzazione d’infrastrutture e reti, tralicci, antenne per telecomunicazioni, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili, nuove costruzioni e l’apertura di strade e piste”. Proprio quanto è stato, invece, autorizzato per il Muos di Niscemi, facendo sì che di tanta bellezza, esistente all’interno della Riserva naturale “Sughereta”, se ne facesse uno scempio!
Fatto molto importante è che nel dare le autorizzazioni non si è tenuto conto neanche del cosiddetto “Principio di precauzione”, nei riguardi della salute dei cittadini, per le emissioni elettromagnetiche (art. 3 D.lg. 3.4.2006 n. 152), basato sul concetto che “prevenire è meglio che curare”, o sul principio di Ippocrate “Primum non nocere”, nato a seguito della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite di Rio De Janeiro del 1992, per tematiche strettamente ambientali, ed entrato a far parte del Trattato Costitutivo dell’Unione Europea (Maastricht, 1994), riguardante le responsabilità e i diritti degli Stati, per cercare di mettere insieme le esigenze dello sviluppo con quelle della salvaguardia ambientale.
“Principio di precauzione” che ha consentito ai cittadini della Sardegna occidentale di vincere il ricorso al Tar (sentenza depositata il 27/01/2012) per le progettate installazioni militari sulla costa, mentre a noi Siciliani ha dato la qualifica di antiamericanisti e insurrezionalisti.
Non dimentichiamo, inoltre, che il processo a Radio Vaticana si è concluso con la condanna degli inquinatori elettromagnetici, essendo stata ampiamente dimostrata la correlazione fra l’elettrosmog prodotto dalle antenne e l’aumento di patologie tumorali, tra cui la leucemia, nella popolazione circostante (sentenza Cassazione febbraio 2011).
Già nel 2012 l’allora Procuratore Francesco Paolo Giordano aveva adottato il sequestro del Muos, poiché aveva ritenuto illegittime le autorizzazioni concesse con troppa facilità dalla Regione Siciliana, i cui governanti avevano anche ‘inconsapevolmente’ ignorato (ad esser troppo buoni) che era necessario, tra l’altro, redigere un vero e proprio “trattato internazionale” tra l’Italia e l’America, da sottoporsi all’esame del Parlamento italiano e alla ratifica del Presidente della Repubblica, secondo quanto dispone la nostra Costituzione, rispettivamente all’art. 80 e 87, e non un risibile Protocollo d’Intesa tra due siciliani, rappresentanti il primo la Regione, in persona dell’allora Presidente On. Raffaele Lombardo, e il secondo il Ministero della Difesa, in persona dell’allora Ministro On. Ignazio La Russa, come se si trattasse di un “affare di famiglia” riferibile al detto tutto siciliano “i panni sporchi si lavano in casa”.
Il sequestro del 2012, però, fu poi annullato dal Tribunale del riesame di Catania che, invece, aveva ritenuto validi gli atti del governo siciliano e il Procuratore Paolo Giordano fu trasferito in altra sede (strana coincidenza).
Per noi siciliani di oggi, però, come per i greci di ieri, è entrato in scena il “Deus ex machina”, personaggio che appariva nella tragedia greca ed era una divinità che all’improvviso compariva sulla scena per portare una risoluzione ad una trama che risultava ormai irrisolvibile, secondo i normali principi di causalità.
Proprio ciò che è accaduto in Sicilia: per la Procura di Caltagirone, infatti, con la sentenza della Cassazione è arrivato sulla scena il “Deus ex machina” che ha stabilito che “il Muos è abusivo” e pertanto le autorizzazioni date per la sua costruzione sono illegittime.
Peccato se ne accorgano solo oggi, dopo anni di abusivismi indecenti, lasciati inosservati.
Sicuramente si è compreso che dall’altro lato c’è un popolo non rassegnato per nulla a perdere questa battaglia, la battaglia per la propria terra e per la propria vita, un popolo che sa lottare a testa alta per i propri diritti e sa farsi valere con coraggio di fronte a chiunque, specie quando c’è in gioco la propria salute e quella dei propri figli; un popolo che si credeva fosse composto da “terroni” ignoranti e fessi, ma che, purtroppo per tanti, si è rivelato un popolo di Uomini e Donne intelligenti, che non si fanno irretire da nessuno, pronti a combattere da leoni per qualcosa che da sempre gli appartiene: la Sicilia, l’orgoglio di essere Siciliani e la dignità, beni non in vendita!
Sappiamo che non siamo ancora giunti alla fine di questa travagliata storia e che dovremo attenderci nuovi colpi di scena, ma ciò non ci spaventa per nulla, poiché pronti a lottare ancora fino alla fine, che dovrà vedere il popolo siciliano vincitore, come è giusto che sia!