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Si rafforza l’asse tra Mosca e Pechino, venduti 24 Sukhoi Su-35 all’aviazione cinese

di Salvo Ardizzone

È stato siglato fra Russia e Cina un contratto del valore di circa due miliardi di dollari per la fornitura di 24 Sukhoi Su-35, il gioiello dell’Aviazione russa.

Al di là delle dimensioni tutto sommato contenute della commessa, si tratta di un evento senza precedenti che la dice lunga sugli sviluppi politici e strategici che stanno cambiando il pianeta.

Il Su-35, una riuscitissima evoluzione del Su-27, è un caccia di IV^ generazione avanzata, non ancora appartenente alla V^, ma che ne incorpora molte tecnologie. Al mondo, di superiore c’è solo l’F-22 Raptor dell’Air Force Usa, un fuoriclasse nato per dominare i cieli incontrastato, ma di cui il Pentagono, con una decisione assolutamente incomprensibile, dopo avervi speso una barca di soldi per lo sviluppo ha chiuso le linee di montaggio dopo la produzione di 186 macchine, delle quali solo 123 rese operative (un terzo di quelle preventivate).

I cinesi da tempo cercano di rendere credibili le proprie forze aeree e le proprie industrie del settore, ma, malgrado gli sforzi e gli enormi investimenti, non riescono ad andare oltre ad una scopiazzatura di aerei acquistati, come i 200 J-11 prodotti, copie conformi dei 48 Su-27 russi acquisiti.

Anche quando trafugano i progetti non sanno far di meglio: da una falla nel sistema Usa hanno hackerato buona parte dei piani super segreti dell’F-35, ma malgrado ne abbiano tirato fuori il J-31 (che spacciano per velivolo di V^ generazione pur essendo a mala pena di IV^), quando hanno tentato di venderlo a prezzi stracciati nei vari saloni aeronautici hanno ricevuto solo rifiuti.

Adesso Mosca gli mette nelle mani il gioiello di famiglia, che essa stessa ha ordinato in solo una sessantina di esemplari, e per di più a un prezzo di realizzo (circa 85 ml di dollari al pezzo), nella perfetta consapevolezza che sarà smontato per copiarlo.

Se Putin l’ha fatto, è perché l’asse con Pechino sta assumendo caratteristiche strutturali e non semplicemente contingenti. Dotare la Cina di un simile strumento militare, capace di tener testa al meglio dell’Air Force, significa conferirle una deterrenza che imbarazzerà non poco i disegni di contenimento delle Amministrazioni Usa.

È un chiaro avviso: le capacità tecnologiche dei bureau di progettazione russi unite alla forza economica cinese, potrebbero porre fine alla storica supremazia militare a Stelle e Strisce.

Piaccia o non dalle parti di Washington, è un mondo multipolare quello che sta emergendo; è tempo che lo Zio Sam ne prenda atto.

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