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Servizio Sanitario Nazionale, continua la fuga dei medici

Servizio Sanitario Nazionale – Sono numeri impressionati quelli che vengono fuori dal report scritto dall’Ordine dei Medici di Roma, sull’emorragia che attanaglia i nosocomi italiani. A parlare è Antonio Magi: “Nei primi tre mesi dell’anno i nostri sportelli hanno rilasciato la documentazione di via a oltre 500 medici di cui il 90% ha un’età compresa tra i 35 e i 40 anni. Continuando di questo passo, nel solo 2024, ne perderemo 20mila”.

Eppure pare un problema che non interessa nessuno, tantomeno alla politica. Ci stiamo dirigendo sempre di più verso quelle forme di sanità privata, privilegiata dalle scelte politiche. Ma il problema nasce per coloro che non hanno delle possibilità economiche da potersi permettere visite ed esami private, ed è così che aumentano i numeri di coloro che preferiscono non curarsi, eppure, una volta si chiamava Sistema Sanitario Universale.

Servizio Sanitario Nazionale e condizione dei medici

I giovani medici non hanno nessuna intenzione di mettere piede all’interno di un ospedale pubblico, per la semplice ragione che all’estero i medici guadagnano di più, lavorano in condizioni migliori ed è minima la minaccia di risarcimento penale.

Sono 21.397, dati del sindacato Sumai, i medici che dal 2019 al 2021 si sono trasferiti all’estero tra i quali 14,341 specialisti. Un esodo continuo che è stato fermato solo dall’arrivo della pandemia Covid-19. Le mete richieste e quelle che offrono le migliori possibilità sono: Israele, Stati Uniti, Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera, Belgio, Svezia, Canada e Irlanda.

Personale ben formato in Italia che nella propria nazione non trova sbocco, o se lo trova, deve sottostare a baronie, turni massacranti, bassi stipendi. È emblematico quanto successo nella Regione Campania, dove in un concorso unico regionale per assumere medici di Pronto Soccorso, su 363 posti solo 62 candidati sono risultati idonei.

Ci sarà un’uscita massiccia entro i prossimi due anni che vedrà andare in pensione medici ospedalieri e quelli di famiglia, perché la cosiddetta “gobba” pensionistica per tutte queste categorie toccherà i massimi livelli nel 2024 e nel 2025, quando si registreranno: 12,748 e 13,156 rispettivamente per medici della sanità pubblica, medici di famiglia e guardie mediche. A dimostrazione che quella dei medici, a causa di un turnover con il contagocce e di una programmazione sbagliata dei posti a medicina, è una delle categorie con l’età più avanzata nella Pubblica Amministrazione, visto che la maggior parte dei medici in servizio in ospedale e negli studi ha più di 60anni.

di Sebastiano Lo Monaco

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