Sardegna entra in stato di Guerra
C’è una terra in Italia dove la guerra, pur non essendo mai iniziata, ha fatto centinaia di vittime fra militari e popolazione civile, causato disastri ambientali e inquinamento da rifiuti bellici che contaminano uno dei territori più amati da italiani e stranieri, meta di prestigio per vacanzieri da tutto il mondo. Parliamo della Sardegna, la bella terra che, nel vergognoso silenzio mediatico, ha subito una violenza enorme, che dopo anni di denunce e testimonianze, perizie e controperizie, resta incastrata dentro a un lungo processo in attesa di una sentenza.
Nell’immagine soprastante si evidenziano i limiti, i vincoli e i divieti a cui sarà sottoposta la Sardegna sino al 31 maggio. Si tratta della maxi esercitazione “Joint Stars 2019” dell’Esercito Italiano, organizzata dal Vertice di Comando Interforze. Coinvolti tutti i poligoni militari della Sardegna, Cagliari e la base aerea di Decimomannu.
Una vera e propria occupazione militare su terra-mare-aria che renderà impraticabile il mare e il cielo, con bombardamenti su Capo Teulada, Capo Frasca e Quirra. Ovviamente per i servi e cialtroni è tutto normale.
La Sardegna è una terra con un potenziale ambientale unico ed esclusivo che viene utilizzata per scaricare bombe e missili da parte di eserciti di mezzo mondo. Una colonia per tutti, a partire dagli americani, israeliani sino ad arrivare alle bombe a km zero. Tutti in silenzio i servi del sistema, quelli foraggiati dalle industrie belliche.
Queste esercitazioni pagliacciate servono solo alle industrie belliche e a nessun altro. Gli altri Stati mettono a disposizione sperduti deserti per esercitare le proprie milizie, noi in Sardegna ci facciamo bombardare le coste più belle e non solo. E ci sono servi che gioiscono di questo! Queste basi militari in Sardegna hanno portato solo povertà ed emigrazione, zero infrastrutture e sottosviluppo, morte e disastri ambientali.
Poligono di Addestramento Interforze di Salto di Quirra
Il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Salto di Quirra, nella zona sud-orientale della Sardegna, prende vita nel lontano 1956 da un accordo fra Italia e Stati Uniti. Occupa un territorio suddiviso in “poligono di terra”, che si estende per 12mila ettari, e “poligono di mare” che occupa altri duemila ettari di superficie, oltre a 50 km di costa fra Capo Bellavista e Capo San Lorenzo. Nel territorio del poligono rientra anche parte della spiaggia di Murtas, privilegiata dagli amanti di immersione e pesca subacquea, che si estende per 6 km da Capo San Lorenzo alla Torre di Murtas. All’interno del confine del poligono si trova anche il principale sistema carsico lungo 11 km, nel quale scorre un corso d’acqua che sfocia dalla parete rocciosa e diventa cascata. Queste grotte custodiscono rare specie animali endemiche minacciate in Italia e in Europa dal pericolo di estinzione. Parliamo, dunque, di luoghi estremamente affascinanti e fragili, un vero e proprio patrimonio naturale e paesaggistico abbandonato alla distruzione e contaminazione di potenti e pericolosi “giocattoli da guerra”. All’interno della base lavora personale dell’Aeronautica militare, dell’Esercito Italiano e della Marina Italiana, ma il poligono di Quirra, uno dei più grandi in Europa, non è solo un luogo di addestramento militare: esso opera da vero e proprio centro di sperimentazione di missili, razzi e sistemi d’arma complessi.
di Giovanni Sorbello