Usa pronti a nuove sanzioni anti-Iran
Il senato degli Stati Uniti è in procinto di estendere le sanzioni contro l’Iran, nel corso dei successivi 10 anni. Questa possibile decisione conferma tutto lo scetticismo iraniano nei confronti degli Stati Uniti.
Il presidente Barack Obama, autore dell’accordo sul nucleare, dovrebbe, prima della sua definitiva uscita dalla politica, firmare il disegno di legge in modo che il trattato diventi attuabile.
Questo cementificherebbe l’impegno degli Stati Uniti verso l’Iran e metterebbe a tacere le voci che potrebbero volere l’estensione delle sanzioni. La legislazione anti-Iran viene vista come una violazione dell’accordo da parte degli Stai Uniti, infatti la Repubblica islamica è sotto l’osservazione dell’International Atomic Energy Agency.
Le sanzioni si attuerebbero, in quanto, questa mossa dell’osservazione viene vista con malcelato sospetto e tacciata di “scarsa credibilità”. Mossa che era stata prevista, sin dall’inizio da Sayyed Ali Khamenei, leader supremo iraniano. Lo stesso Ali Khamenei aveva avvertito i diplomatici iraniani di non prestare troppa fedeltà ai colloqui con gli americani sul nucleare: “Non fatevi ingannare dai loro sorrisi e dalle loro promesse. Raggiunti i loro obiettivi rideranno di noi”.
Meno di due anni sono passati e le parole del leader iraniano si sono rivelate profetiche e veritiere. E’ del mese scorso la dichiarazione di Khamenei che ci sarà una reazione di Teheran se verranno estese le sanzioni. Anche Micheal Jones, un analista politico statunitense ha affermato che le sanzioni sarebbero una violazione dell’accordo stipulato.
Dall’altra parte si trova l’amministrazione degli Stati Uniti che, cercando di prevenire le mosse politiche del nuovo inquilino di Pennsylvania Avenue, afferma che: “Le sanzioni non sono una violazione del trattato”, ma non si capisce bene il perchè non sarebbero una violazione.
Evidentemente aveva, ancora una volta, ragione Khamenei nell’affermare che “tutto ciò si trova nei dettagli dell’accordo”. L’accordo, infatti, prevedeva che le sanzioni si sarebbero attuate nel momento in cui non si sarebbe effettuato l’abbassamento dell’arricchimento dell’uranio. Da qui, l’idea, che Washington stia cercando il cavillo per estendere le sanzioni e farle votare.
Questo dimostra come gli Stati Uniti, anche se non hanno una scappatoia legale per estendere le sanzioni possono trovare, velocemente, la scusa per estendere e rafforzare le proprie restrizioni. Una delle carte che potrebbero mettere sul tavolo è quella classica dei “diritti umani”, che richiamerebbe l’attenzione di buona parte delle nazioni e farebbe stracciare le vesti a molti sepolcri imbiancati.
Potrebbero anche utilizzare la carta del programma missilistico oltre quella di appoggiare i gruppi della Resistenza come Hezbollah. Insomma, tante frecce all’arco degli Stati Uniti che, proprio quest’anno ha visto il Dipartimento di Stato pubblicare il suo rapporto annuale contro il terrorismo. Guarda caso, l’Iran viene indicato come “Top sponsor” per il terrorismo globale. Dipartimento di Stato che, però, “dimentica” di indicare il terrorismo sionista in Palestina e quello Saudita. Tutto pronto, quindi, per l’estensione delle sanzioni.
Una parte degli iraniani era fiduciosa sull’accordo, in quanto avrebbe aiutato ad alleviare i problemi economici che ulteriori sanzioni avrebbero inflitto alla nazione. Dall’altra parte, c’era chi dubitava dei sorrisi occidentali e avevano poca fiducia nel trattato.
Siamo dinnanzi all’ennesima pagliacciata americana, all’ennesima dimostrazione di hybris dell’amministrazione a stelle e strisce. La possibile estensione delle sanzioni dimostrerà l’assoluta dissennatezza e schizofrenia delle politiche yankee che, indipendentemente dalle loro promesse, dimostrano ancora una volta di fregarsene dei diritti degli altri popoli.
di Sebastiano Lo Monaco