Sanità, il Sud emigra negli ospedali del Nord
Sanità – Mentre si raccolgono le firme per il referendum sull’Autonomia Differenziata, si è avuto un primo assaggio di cosa succederà se non si interviene in tempo a fermare lo scempio nato con i governi di centro sinistra e portato a termine dal governo Meloni. Si è parlato molto, in questi giorni, del vaccino per la bronchiolite, farmaco di fondamentale importanza soprattutto per i bambini. Un farmaco gratuito in alcune regioni ma non per quelle in piano di rientro.
Sanità, mezza Italia in Serie B
Siamo alle prove generali dell’Autonomia Differenziata, un’esibizione di forza tra il potere centrale e quello delle regioni che si gioca sulla pelle della prima infanzia. Il tutto ha un nome: Nirsevimab, in grado di ridurre di oltre il 75% le ospedalizzazioni. Il costo? 1.150 euro per ogni singola dose, ogni anno ne servono 200mila. 80mila i bambini che nel primo anno di vita vengono visitati a causa di questa infezione, 15mila necessitano di ospedalizzazione, 3mila finiscono in terapia intensiva, 20 i decessi.
Il farmaco, con la stagione invernale che incombe, sarà gratis solo per le regioni “virtuose”, mentre per Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia no. In parole semplici, il farmaco è gratis nelle regioni ricche e a pagamento in quelle povere. Un paradosso, perché da un lato sconfessa l’autonomia regionale e dall’altro discrimina in base alla situazione economica.
I viaggi della speranza
Nel 2023 un milione di italiani è andato a curarsi fuori dalla regione di appartenenza, quasi sempre quelli del Sud che si spostano al Nord. Il valore economico di queste gite fuori porta ruota intono ai 4,3miliardi di euro per il 2022 e ai 4,6 per il 2023. Dati emersi dalla Conferenza Stato Regioni che ha approvato il riequilibrio dei finanziamenti in favore delle regioni che accolgono più pazienti, perché per le cure fornite ai non residenti è previsto un sistema di crediti e debiti tra territori in modo che le regioni da cui partono i viaggi della speranza rimborsino quelle destinazioni.
Sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e il Molise, le regioni con il segno “Più”, per il resto, da Roma in giù è un lacrimare di segni “meno”. L’unico ospedale a salvarsi si trova nella capitale ed è il Bambino Gesù, ma è una struttura extra territoriale visto che appartiene al Vaticano con i conti che non finiscono nelle casse della Regione Lazio. Curarsi fuori regione comporta costi supplementari che ricadono sulle tasche dei privati e che sfuggono ai bilanci della sanità, basti pensare alle spese sostenute dai familiari che assistono i pazienti lontano da casa.
di Sebastiano Lo Monaco