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Sanità, infermieri in fuga dagli ospedali

La sanità italiana è un malato molto grave. Gli ospedali, i medici, gli infermieri e pazienti soffrono maggiormente della malattia che attanaglia la sanità pubblica. I pazienti devono sopportare liste di attesa infinite, ospedali fatiscenti, personale carente, cure precarie.

Non è passato molto tempo dalla fase acuta della pandemia, appena tre anni, eppure non si è mosso nulla, nessuna cura è stata fatta per far rialzare la testa a questo malato che è il sistema sanitario nazionale. Universale ormai solo sulla carta.

Sta facendo scalpore la notizia degli infermieri che lasciano gli ospedali pubblici lombardi per andare a lavorare in Svizzera. Eppure parliamo della Lombardia, l’esempio virtuoso per antonomasia, la regione locomotiva di un’intera nazione.

Sanità: Svizzera come Eldorado

Molti infermieri hanno dato le dimissioni dal posto pubblico per andare a lavorare nella vicina Svizzera.
4mila sono i professionisti che quotidianamente varcano il confine per lavorare in Svizzera, un numero altissimo se si pensa che nel 2012 erano appena un migliaio, e tanti auguri al PNRR che vorrebbe, entro il 2026, 2.287 infermieri in più in tutta la regione per andare a lavorare nelle famigerate Case di Comunità.

Dai 30 ai 35 infermieri danno ogni mese le dimissioni dal pubblico per andare a lavorare in Svizzera, soprattutto coloro che abitano nelle zone di Como, Varese, Lecco. Le condizioni sono più vantaggiose, in Italia un infermiere guadagna poco più di 1.400 euro al mese, può arrivare, negli anni a 1.600/1.700 del tutto insufficienti per città come Milano.

All’estero la musica è diversa. Per rimanere in Svizzera lo stipendio di un infermiere, al netto della differenza della turnazione, è di 5mila euro, un neo assunto guadagna 3.500 mentre i più esperti possono arrivare a 7mila euro al mese. L’Italia si conferma agli ultimi posti per la presenza di medici/infermieri nei reparti, eppure nei prossimi cinque anni uno su quattro andrà in pensione, siamo nell’ordine di 2.500/3000 professionisti ogni 12 mesi a fronte di un ricambio generazionale molto limitato.

Infermieri cubani in Calabria

C’è stato il caso degli infermieri cubani in Calabria e non durante la pandemia. Adesso si parla di Tunisia grazie al gruppo San Donato che vorrebbe portare nelle sue strutture 300 infermieri. Per adesso sono fermi. il problema principale? Il riconoscimento del titolo conseguito all’estero. E gli italiani? In fuga.

di Sebastiano Lo Monaco 

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