Russia e Arabia Saudita stabilizzano mercato petrolifero
I ministri dell’Energia della Russia e dell’Arabia Saudita hanno deciso di stabilizzare il mercato petrolifero. Mercoledì scorso, nel corso di una conversazione telefonica, il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak e il suo omologo saudita Abdul Aziz Bin Salman hanno sottolineato la necessità di stabilizzare il mercato petrolifero e hanno evidenziato la necessità di attuare gli impegni concordati in Opec plus dai suoi membri.
A tal fine, hanno emesso una dichiarazione congiunta relativa agli sviluppi del mercato petrolifero. Le due parti hanno inoltre sottolineato che gli Stati membri dell’Opec plus sono pienamente allineati con gli obiettivi concordati al riguardo e mantengono i loro impegni di stabilizzazione del mercato.
Questo è il momento in cui l’Arabia Saudita, dopo la guerra petrolifera con la Russia, che ha avuto gravi conseguenze economiche per la Russia, ha invitato gli Stati membri dell’Opec, Mosca e Opec Plus a conformarsi alla riduzione della produzione di petrolio e persino a ridurre il petrolio oltre il livello concordato. Il regime saudita ha annunciato che rispetterà la riduzione della produzione di petrolio per sostenere la stabilità dei mercati petroliferi.
In concomitanza con la diffusione della pandemia globale di coronavirus e la riduzione della domanda di petrolio nel mercato internazionale, il prezzo globale del petrolio ha dovuto affrontare una caduta senza precedenti nel 2020. Secondo fonti informate, gli Stati membri dell’Opec Plus terranno una riunione a giugno tramite videoconferenza.
Petrolio, la guerra saudita alla Russia
L’Arabia Saudita ha lanciato una guerra petrolifera a tutto campo offrendo sconti senza precedenti e inondando il mercato nel tentativo di acquisire una quota maggiore e sconfiggere altri produttori di petrolio. Questo approccio ha causato il più grande calo del prezzo del petrolio dalla guerra nel Golfo Persico nel 1991. Il 9 marzo, il Brent è crollato di oltre il 28,5% a 32 dollari al barile, mentre il Wti è sceso del 31,5% a 28,27 dollari al barile. La crisi è scoppiata mentre le ricadute economiche dell’isteria del coronavirus hanno continuato a riverberare in tutti i mercati finanziari.
di Yahya Sorbello