Rouhallah Zam, risponde l’Ambasciata iraniana
In considerazione di alcune prese di posizione e commenti in merito alla condanna a morte di Rouhallah Zam, l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran di Roma desidera comunicare quanto segue:
L’uso strumentale della questione dei diritti umani e un approccio selettivo riguardo a questo tema non possono costituire prova della genuina difesa dei diritti umani innanzi al mondo da parte di alcuni Paesi. Purtroppo interessi economici e pretesti politici fanno si che nell’affrontare questioni relative ai diritti umani essi adottino doppi e talvolta multipli standard di giudizio.
Spiace constatare come nobili valori vengano considerati alla stregua di giocattoli nelle mani di governi che trasformano le questioni relative ai diritti umani e alla libertà di espressione in strumento politico.
Paesi europei che per anni hanno appoggiato le aggressioni sul territorio yemenita, mantenendo un vantaggioso commercio di armi distruttive e che lasciano una nazione alla mercé di carestia e uccisioni di massa: condizioni catastrofiche per il genere umano o che stanno in assordante silenzio dinnanzi all’efferato omicidio di un “innocente giornalista”, ucciso nel più disumano dei modi, come possono erigersi a paladini dei diritti umani.
Purtroppo alcuni Paesi europei dando rifugio a criminali e movimenti di natura terroristica come il noto Mko o Al-Ahvazi, condannati per aver commesso crimini contro la nazione iraniana, il cui buio passato è ben noto a tutti, tentano di riabilitarne il nome e i trascorsi, cosa inaccettabile e mai accettata dall’opinione pubblica della Repubblica Islamica dell’Iran.
È una tragedia storica quella che vede l’Europa dividere il terrorismo in buono e cattivo in base a propri interessi e sempre in base ad essi farne uso. Questo approccio fa crescere la violenza e gli atti di terrorismo di questi gruppi o individui, che si avvantaggiano del supporto di alcuni Paesi europei nel promuovere azioni sovversive.
È stato fonte di grande rammarico constatare come l’uccisione in un’azione terroristica di sei noti scienziati iraniani e un alto funzionario militare non sia stata oggetto di condanna da parte dell’Unione Europea pur trattandosi di crimini in evidente violazione del diritto internazionale e dei diritti umani. Sembrerebbe che si attribuisca importanza alla vita umana in modo selettivo. La discriminazione è un chiaro esempio di violazione diffusa dei diritti umani.
Riguardo a Rouhallah Zam, anziché ricordarlo come “giornalista”, andrebbero perlomeno menzionate anche le sue responsabilità in azioni contro l’ordine e la pubblica sicurezza come la costruzione di ordigni e materiale esplosivo, la pianificazione di sommosse pubbliche e disordini, nonché di azioni sovversive volte a provocare instabilità dall’interno del Paese che hanno causato la morte di concittadini innocenti. Le azioni di cui si è reso responsabile il suddetto sono del tutto in contrasto con la missione e i doveri di un giornalista.
L’Ambasciata della R.I. dell’Iran ritiene inaccettabili approcci selettivi e contradditori riguardo a questioni inerenti i diritti umani e si augura che i media e le autorità italiane si pongano con maggiore realismo e obiettività dinnanzi a tali questioni e che non permettano che si crei spazio per coloro che tentano di strumentalizzare i diritti umani e farne un uso politico fuorviando l’opinione pubblica.
di Redazione