Cronaca

Riflessione post referendum

di Adelaide Conti

E’ inutile nascondersi dietro un dito. La delusione riguardo al mancato raggiungimento del quorum c’è ed è tanta. Non solo fra i circa quindici milioni di elettori che hanno convintamente votato sì. Fra i delusi vanno annoverati i partiti e i tanti movimenti che in questa battaglia si sono spesi. Chi più chi meno. Chi un po’ prima, chi un po’ dopo. C’è amarezza per la scarsa informazione riguardo al tema che il quesito referendario poneva. Poco spazio è stato dedicato all’approfondimento e questo ha generato confusione e incertezza tra i cittadini.

Considerando che due milioni di italiani sono analfabeti totali, tredici milioni sono quelli che a malapena leggono e scrivono l’essenziale e altri tredici milioni sono analfabeti di ritorno, ovvero che ha difficoltà a comprendere ciò che leggono, si arriva alla modica cifra di ventotto milioni di individui la cui unica fonte di informazione è la tv. Una tv che in occasione di questo referendum è stata lacunosa e forse volutamente disattenta. Un mea culpa da parte delle istituzioni e dell’informazione sarebbe doveroso.

Lo stesso Grillo dal suo Blog a poche ore dal risultato del referendum ringraziando “gli oltre quindici milioni di cittadini” ha sottolineato: “Sono tantissimi e hanno combattuto una battaglia da eroi della democrazia. Lo hanno fatto affrontando otto mesi di totale disinformazione su questo referendum”. Poi il rilancio su un tema particolarmente caro al M5S che “da sempre si batte per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere”.

Vale la pena ricordare che in Svizzera, un Paese molto vicino al nostro, geograficamente parlando, a maggioranza semplice – ovvero senza dover raggiungere un quorum – il popolo viene chiamato ad esprimersi sul mantenimento o meno di una legge. Ma immaginare in un futuro prossimo che si possa imitare il Paese elvetico in fatto di referendum, nonostante l’impegno dei grillini, pare utopico. Anche per i più ottimisti. Il premier continuerà a vincere facile. Perché noi non siamo né la Svizzera, né la Svezia. Ahinoi.

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