Riconquistata Palmyra, il conflitto in Siria è ormai a una svolta
di Redazione
Dopo giorni di aspri combattimenti, il 27 marzo la città di Palmyra è stata strappata all’Isis che l’aveva occupata nel maggio scorso. L’offensiva, appoggiata dai raid aerei russi e dell’Aviazione siriana, ha fatto collassare le difese dei Daesh che ora sono in rapida ritirata per non essere tagliati fuori.
Le imponenti rovine del sito archeologico, patrimonio dell’Unesco, saccheggiate e danneggiate più volte dai terroristi, saranno oggetto di opere di restauro non appena possibile. Presso i monumenti, sono stati trovati numerosi tesori archeologici smontati per essere venduti sul mercato internazionale, che i terroristi non hanno potuto portar via nella precipitosa ritirata.
L’avanzata delle truppe di Damasco, affiancate da milizie sciite e da unità speciali di Hezbollah, ora continua verso nord-est. Al contempo, è in atto un’offensiva ad est di Hama che sta sfondando le difese takfire, e nell’estremo nord-est i difensori di Deir Ezzor (la 104^ brigata paracadutisti della Guardia e la 137^ di fanteria), recentemente rinforzati da una unità scelta dei commando, sono all’attacco per ricongiungersi con le colonne siriane che avanzano, al fine di sboccare definitivamente un assedio che dura ormai da anni e che ha isolato una città di oltre 100mila abitanti.
La guerra siriana è ormai a una svolta, testimoniata anche dal drastico ridimensionamento delle vittime civili nell’ultimo mese: 363 contro le oltre 1100 del mese precedente, il numero più basso dal novembre 2011 a testimonianza del ridimensionamento delle attività di “ribelli” e Daesh.
Ovviamente, è ancora lungo il percorso per sradicare i terroristi dalla Siria, e dopo, molto ci sarà da fare per preservarne l’integrità dalle mire di quanti vorrebbero comunque spartirla in zone d’influenza, ma i tempi bui del 2011 e 2012 sono ormai lontani.