Resistenza yemenita dimezza produzione petrolio saudita
Gli attacchi condotti da dieci droni della Resistenza yemenita contro due impianti dell’industria petrolifera dell’Arabia Saudita hanno eliminato più della metà della produzione del Regno. Gli attacchi ridurranno la produzione del regno di 5,7 milioni di barili al giorno, secondo una dichiarazione della compagnia petrolifera statale Saudi Aramco.
Resistenza yemenita paralizza l’Arabia Saudita
Gli attacchi effettuati all’alba di sabato seguono i precedenti attacchi di ritorsione transfrontalieri alle installazioni petrolifere saudite. Gli attacchi di sabato hanno letteralmente paralizzato gran parte della capacità produttiva della nazione. L’Arabia Saudita è il più grande esportatore del mondo, spedendo ogni giorno oltre sette milioni di barili di petrolio nel mondo e per anni ha servito come ultima risorsa ai mercati.
Il portavoce delle forze armate yemenite, generale di brigata Yahya Saree, ha dichiarato sabato che i droni della Resistenza yemenita hanno lanciato attacchi di ritorsione contro la principale struttura saudita di Aramco nella città orientale di Abqaiq. Il raid ha causato danni devastanti alla più grande centrale petrolifera del regno.
Cinque anni di crimini sauditi in Yemen
L’Arabia Saudita e alcuni suoi alleati regionali hanno lanciato una devastante campagna contro lo Yemen nel marzo 2015, con l’obiettivo di riportare al potere il governo dell’ex presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi ed eliminare il movimento della Resistenza yemenita Houthi Ansarullah. Il Progetto di localizzazione di eventi e conflitti armati con sede negli Stati Uniti (Acled), un’organizzazione no-profit per la ricerca di conflitti, stima che la guerra abbia già causato oltre 91mila vittime negli ultimi quattro anni e mezzo.
Il portavoce della coalizione, il colonnello Turki al-Malki, ha dichiarato che è stata avviata un’indagine su chi ha pianificato ed eseguito gli attacchi negli impianti petroliferi. Ha affermato che l’alleanza sostenuta dall’Occidente avrebbe contrastato le minacce alla sicurezza energetica globale e alla stabilità economica. Amin Nasser, Amministratore delegato di Aramco, ha dichiarato che gli attacchi dei droni non hanno causato vittime.
Il regime saudita ha riferito che Aramco avrà maggiori informazioni entro 48 ore e che ritirerà il petrolio in deposito per compensare la perdita. Aramco sta pianificando quella che dovrebbe essere la più grande offerta pubblica iniziale al mondo.
di Giovanni Sorbello