Yemen, rapporto sul ruolo del Regno Unito agli attacchi aerei contro civili
Eravamo al corrente del ruolo dei consiglieri militari degli Stati Uniti e del Regno Unito, che sono in sala di comando con Riyadh nella sua guerra contro lo Yemen, lavorando a fianco delle forze saudite nel bombardamento del Paese.
Infatti, a metà gennaio, a seguito di un incontro di un certo numero di ministri britannici con il segretario di Stato Usa, John Kerry, a Londra, il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir aveva osservato esplicitamente che i funzionari britannici ed americani sono nel loro centro di comando e controllo, ben consapevoli dei cosiddetti “elenchi di destinazione.”
Il Regno Unito ha confermato che le forze britanniche sono al centro di comando e controllo saudita per gli attacchi in Yemen, ma ha negato che le forze britanniche hanno avuto un ruolo operativo.
Ora un rapporto solleva questioni sul ruolo del Regno Unito negli attacchi sauditi in Yemen contro obiettivi civili, sulle sue esportazioni di armi verso l’Arabia e sul ruolo dei consiglieri militari britannici.
Si tratta della relazione finale di 51 pagine di un gruppo di esperti sullo Yemen, inviata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la scorsa settimana, ma non ancora pubblicata. Il giornale britannico The Guardian l’ha ottenuta e l’ha resa pubblica.
Gruppi dei diritti umani e il leader laburista, Jeremy Corbyn – che ha descritto il rapporto trapelato come inquietante – hanno chiesto un’inchiesta immediata e la sospensione della vendita di armi all’Arabia, in attesa dell’ esito della stessa.
In una delle principali conclusioni, il rapporto dichiara: “La relazione documenta che la coalizione saudita ha condotto raid aerei contro i civili e obiettivi civili, in violazione del diritto umanitario internazionale, inclusi i campi per gli sfollati interni e dei rifugiati; raduni civili, compresi matrimoni; veicoli civili, compresi gli autobus; aree residenziali civili; strutture mediche; scuole; moschee; mercati, fabbriche e magazzini di stoccaggio degli alimenti; e altre infrastrutture civili essenziali, come ad esempio l’aeroporto di Sana’a, il porto di Hudaydah e vie di transito nazionali”. E aggiunge: “Il rapporto documenta 119 sortite della coalizione in materia di violazioni del diritto umanitario internazionale”. Delle 119 sortite, il rapporto ha identificato 146 oggetti di destinazione. Ha anche documentato tre presunti casi di civili, in fuga dai bombardamenti che sono stati inseguiti e colpiti dagli elicotteri.
L’Arabia Saudita, uno dei più grandi acquirenti di equipaggiamenti per la difesa del Regno Unito, tra cui aerei, ha iniziato i bombardamenti in Yemen nel marzo dello scorso anno a sostegno dell’ex presidente yemenita Hadi, fedele fantoccio di casa Saud, contro i combattenti sciiti di Ansarullah.
Secondo la Campagna contro il commercio di armi, nel Regno Unito le vendite di armi all’Arabia sono state calcolate in 2,8 miliardi di sterline da quando ha avuto inizio l’aggressione militare contro lo Yemen, e circa 7 miliardi da quando Cameron è entrato in carica, tra cui un contratto per 72 aerei Eurofighter Typhoon.
La commissione parlamentare per il controllo delle esportazioni di armi, che dovrebbe indagare sui bombardamenti in Yemen, non è stata ancora nominata, mentre il primo ministro Cameron dichiara di “volere una politica estera nell’interesse del popolo britannico”.
A sua volta il dirigente inglese di Human Rights Watch, ha dichiarato: “I risultati del rapporto delle Nazioni Unite categoricamente contraddicono ripetute dichiarazioni fatte da ministri britannici sulle azioni della coalizione saudita guidata in Yemen. Per quasi un anno, il ministro degli Esteri, Philip Hammond, ha fatto affermazioni false e fuorvianti dichiarando che non ci sono prove evidenti di violazioni di leggi di guerra da parte degli alleati sauditi o di membri della coalizione con il Regno Unito”.
Il capo di Amnesty International Uk, Allan Hogarth, ha dichiarato: “Migliaia di civili sono già morti ed è stato assolutamente sconcertante vedere Downing Street mettere da parte preoccupazioni estremamente gravi sulla condotta sconsiderata dell’Arabia Saudita in questo conflitto devastante”.
Frattanto l’esercito saudita ha anche bloccato il flusso di aiuti di emergenza in Yemen, creando una crisi umanitaria senza precedenti nello Stato della penisola arabica.
Un rapporto dell’Onu riporta che tra marzo e dicembre dello scorso anno le vittime civili nello Yemen hanno raggiunto cifre altissime. Ha inoltre ribadito che aerei da guerra sauditi hanno usato bombe a grappolo contro il popolo yemenita durante il corso della guerra, mentre il capo delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha anche vietato l’uso di munizioni a grappolo “in aree popolate”, definito “crimine di guerra” a causa della loro natura indiscriminata.
Nel frattempo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha messo in guardia circa la situazione disastrosa dei pazienti yemeniti per i numerosi attacchi contro gli ospedali, affermando che “il passaggio di farmaci e forniture mediche è stato impedito per gli ospedali che hanno un disperato bisogno di questi materiali di consumo”.
Riyadh ha iniziato la campagna contro lo Yemen verso la fine di marzo 2015. Gli attacchi hanno presumibilmente lo scopo di minare il movimento Ansarullah e ripristinare l’ex presidente fuggitivo, Abd Mansour Hadi Rabbuh. Secondo i rapporti, la guerra ha finora provocato la morte di oltre 8mila civili e ferite inflitte a più di 14mila persone.
di Cristina Amoroso