Asse della Resistenza

Rafah e quel manipolo di eroi

Striscia di Gaza – Nelle ultime settimane è emersa la questione dei combattenti della Resistenza palestinese intrappolati nella città di Rafah, che è diventata una condizione fondamentale prima di passare alla fase successiva degli accordi proposti riguardanti il ​​settore.

Chi sono le persone bloccate a Rafah?

Si tratta di combattenti delle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, rimasti nelle zone di Rafah controllate da Israele e asserragliati nei tunnel situati all’interno della cosiddetta “Linea Gialla”. Secondo stime israeliane, il loro numero sarebbe compreso tra 150 e 200.

La questione è esplosa il 29 del mese scorso, in seguito all’annuncio da parte dell’occupazione israeliana della morte di uno dei suoi soldati durante uno scontro armato a Rafah, che ha riportato con forza il dossier in primo piano.

I media hanno discusso diverse proposte per risolvere la questione, tra cui quella di consentire a questi combattenti della Resistenza di entrare in sicurezza nella Striscia di Gaza in cambio della consegna delle armi, ed è stata anche sollevata l’idea di trasferirli in un Paese terzo.

Hamas, da parte sua, ha ritenuto l’occupazione israeliana pienamente responsabile della sicurezza e della vita di questi combattenti, sottolineando che “non c’è spazio per la resa o la rinuncia” e mettendo in guardia allo stesso tempo contro ogni possibile scontro con le forze di occupazione.

D’altro canto, la Reuters ha citato un alto funzionario turco che avrebbe affermato che Ankara aveva precedentemente facilitato il ritorno del corpo del soldato israeliano Hadar Goldin, sottolineando che la Turchia sta attualmente cercando di fornire un passaggio sicuro ai combattenti assediati.

Resta da vedere quanto successo avranno le attuali iniziative per trovare una soluzione, nel timore che l’occupazione sfrutti questa questione per continuare la sua aggressione contro la Striscia di Gaza.

di Redazione

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