Prigionieri palestinesi e la “Tortura del Freddo”
La Palestinian Prisoners’ Society (Pps) ha presentato un appello alla Corte Suprema di Israele per denunciare la tortura a cui sono sottoposti nelle carceri israeliane i prigionieri palestinesi, lasciati all’aperto, al freddo e alle intemperie. Questa pratica, crudele e pericolosissima, sembra essere molto diffusa, e la Pps si è rivolta all’Alta Corte affinché obblighi le autorità carcerarie israeliane a sospenderla e ad assicurare ai prigionieri una detenzione dignitosa. Nell’appello è contenuta anche una dettagliata descrizione delle forme di tortura a cui i prigionieri vengono sottoposti sia durante gli interrogatori, sia nel periodo di detenzione.
Issa Qaraqe, capo del comitato per i prigionieri palestinesi ha dichiarato che: “L’occupazione israeliana sta usando la ‘tortura del freddo’ per estorcere confessioni ai detenuti”. Qaraqe ha inoltre esortato la Comunità Internazionale, soprattutto le organizzazioni per i diritti umani, a mobilitarsi in difesa dei diritti dei prigionieri palestinesi. A nulla è servito: il giudice ha rigettato l’istanza, mettendo a rischio la salute e in molti casi la vita di decine e decine di prigionieri.
L’Ufficio di presidenza è particolarmente afflitto da segnalazioni di uso continuato di tortura e di altre forme di maltrattamento dei detenuti. In molte occasioni, il Comitato ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale a questa importante questione, che fino ad oggi rimane irrisolta, nonostante un’ampia critica internazionale delle pratiche israeliane. Il Comitato ha ripetutamente invitato Israele a rispettare i suoi obblighi derivanti dalla Convenzione di Ginevra e di trovare una soluzione alla questione dei prigionieri palestinesi. L’Ufficio di presidenza esorta il governo di Israele ad ascoltare le richieste degli scioperanti e a garantire che i detenuti, tra cui donne e bambini, siano trattati in modo umano, che condizioni adeguate di detenzione siano immediatamente ristabilite e ripristinati i diritti umani fondamentali”.
Prigionieri palestinesi sotto costante tortura
Le autorità israeliane non sono nuove all’uso della tortura: due anni fa avevano chiuso in una gabbia di ferro dei detenuti minorenni, lasciandoli per ore in balia del temporale e delle rigide temperature invernali. L’abominevole pratica era stata denunciata in un rapporto pubblicato il 2 gennaio 2014 dal Public Committee Against Torture in Israel (Pcati), organizzazione israeliana indipendente per la difesa dei diritti umani nata nel 1990; in esso si leggeva che: “I bambini sospettati di reati minori in Israele vengono sottoposti ad «ingabbiamento pubblico», a minacce, a violenza sessuale e processi militari senza rappresentanza”. A questo proposito anche il Palestinian Detainees Committee è intervenuto ripetutamente, denunciando gli abusi che le autorità carcerarie israeliane perpetrano ai danni dei prigionieri palestinesi.
Sono circa 7mila i palestinesi attualmente detenuti nelle prigioni israeliane, di cui 100 donne e più di 300 bambini. Molti tra i detenuti sono affetti da gravi patologie ma non ricevono un’assistenza medica adeguata.
di Manuela Comito