Ritirate il Premio Nobel ad Aung San Suu Kyi
Una petizione con 380mila firme inviata al Comitato del Premio Nobel richiede che il leader birmano Aung San Suu Kyi venga spogliata del suo premio per la Pace assegnatole nel 1991, per non avere fermato un “crimine contro l’umanità nel suo Paese”, la persecuzione dei suoi musulmani Rohingya.
Nel 1991 il prestigioso Premio Nobel per la Pace fu assegnato al leader della Lega Nazionale per la Democrazia, per la campagna tesa a rendere il suo Paese una democrazia. Nel 2017, 380mila persone hanno firmato una petizione che chiede al Comitato del Nobel di ritirare il premio, in seguito alla violenza scatenata contro i musulmani nella provincia di Rakhine in Birmania.
Un altro vincitore del Premio Nobel per la Pace, Desmond Tutu, ha chiesto a Aung San Suu Kyi di porre fine alle operazioni militari condotte contro la minoranza dei Rohingya del Myanmar che hanno portato 270mila rifugiati fuori dal Paese negli ultimi quindici giorni. L’arcivescovo di 85 anni ha affermato che “l’orrore di sviluppo” e la “pulizia etnica” nella regione Rahkine del Paese l’hanno costretto a parlare contro Suu Kyi. “Se il prezzo politico della sua scalata all’ufficio più alto del Myanmar è il suo silenzio, il prezzo è sicuramente troppo alto”, ha dichiarato Tutu nel corso di un’intervista.
Da quando è diventata primo ministro della Birmania lo scorso anno, la signora Suu Kyi è stata ampiamente accusata di non aver fermato la violenza contro i Rohingya. L’ultimo spargimento di sangue ha portato 146mila persone a fuggire dalla zona, per lo più nei confini con il Bangladesh. Le agenzie delle Nazioni Unite ritengono che la cifra potrebbe salire a 300mila nei prossimi giorni.
Gli osservatori affermano che fino a mille persone sono state uccise negli ultimi giorni, quando le forze militari hanno distrutto diversi villaggi. Vi sono diffuse testimonianze di violenza alle donne e massacri di civili. I centri rifugiati e le strutture sanitarie in Bangladesh stanno lottando per affrontare questo afflusso senza precedenti.
Tuttavia, il comitato norvegese del Nobel ha escluso il ritiro del premio di Suu Kyi, affermando che solo il suo precedente lavoro era stato preso in considerazione piuttosto che qualsiasi azione successiva. “Né la volontà di Alfred Nobel né gli statuti della Fondazione Nobel prevedono la possibilità che un Premio Nobel – sia per la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura o la pace – possa essere revocato”, ha dichiarato a Olav Njolstad, capo dell’Istituto Nobel.
Suu Kyi, per il suo attivismo contro la giunta militare in Birmania (ora Myanmar) e per i suoi arresti domiciliari durati 15 anni, era presentata dai media occidentali come una vittima, simbolo di giustizia e di pace, salita poi al potere dopo una lotta contro l’esercito che ha governato la nazione per decenni, è continuata la copertura intenzionalmente ingannevole da parte dei media. In realtà, Aung San Suu Kyi con la sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld) è una creatura ed agente degli interessi statunitensi ed europei, che ha ricevuto milioni di dollari in aiuti statunitensi, inglesi ed europei, per “ripristinare la democrazia” e permettere agli Usa – dalle Filippine al Myanmar – di “combattere” il terrorismo sponsorizzato dagli Usa e dall’Arabia Saudita.
di Cristina Amoroso