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Praga. Morte ambasciatore palestinese: indagini tra ipotesi e sospetti

di Manuela Comito

Sono ancora sconosciute le cause dell’esplosione avvenuta presso la residenza dell’ambasciatore palestinese a Praga Jamal al Jamal, 56 anni, il giorno di Capodanno. Secondo quanto dichiarato dal Capo della polizia di Praga, Martin Vondrasek, “l’esplosione è il risultato di manipolazione scorretta di un esplosivo”. Mentre fonti anonime della polizia ceca citate dal sito del settimanale Respekt parlerebbero di un quantitativo di armi di vario tipo all’interno della residenza dell’ambasciatore.

Si tratterebbe, comunque, di morte accidentale più che di attentato terroristico, come si era sospettato in un primo momento. In particolare, secondo alcune indiscrezioni, sembra che l’ambasciatore stesse spostando una cassaforte che non veniva aperta da più di 30 anni, che stava sistemando nella nuova residenza e che proveniva dalla vecchia sede diplomatica. Pare che la cassaforte fosse dotata di una piccola carica programmata per esplodere in caso di manomissione. Al vaglio degli inquirenti l’ipotesi se sia stata questa a causare la deflagrazione o se essa sia stata causata da altre sostanze.

Un’equipe di esperti è stata inviata a Praga dall’Autorità Nazionale Palestinese per indagare sull’accaduto e affiancare le autorità ceche. Jamal al Jamal, ha riportato gravi lesioni alla testa e al torace ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale militare di Praga, dove è stato indotto il coma farmacologico e dove poi è deceduto. Anche la moglie dell’ambasciatore è stata soccorsa per aver inalato fumo e sostanze tossiche in seguito all’esplosione, mentre è rimasto illeso il figlio. La famiglia si era trasferita da poco nella nuova residenza nella zona nord di Praga.

Il Ministro degli Esteri palestinese Riyad al Malki ha descritto l’accaduto come “incidente sul lavoro”. Una versione diversa dei fatti è stata fornita, invece, dal portavoce dell’ambasciata palestinese Nabil al Fahel, secondo le cui dichiarazioni, la cassaforte maneggiata dall’ambasciatore veniva utilizzata spesso e non si ha notizia che al suo interno esistesse un sistema integrato antifurto, secondo quanto riporta Ma’an.

Jamal era nato a Beirut nel 1957 ed era un membro di Al Fatah di Mahmoud Abbas dal 1975. Aveva svolto attività diplomatica in Bulgaria, Egitto e Cecoslovacchia, durante l’era comunista. Da ottobre 2013 aveva assunto l’incarico di ambasciatore a Praga. Va ricordato che la Repubblica Ceca è un fedele alleato di Israele; tuttavia Praga ha ospitato una missione Olp dal 1981, quando era la capitale della Cecoslovacchia. La missione è divenuta un’ambasciata nel 1988, ma nel novembre 2012 la Repubblica Ceca è stato uno dei nove Paesi ad aver votato contro l’ingresso della Palestina all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come stato osservatore non membro.

L’incidente di cui è rimasto vittima l’ambasciatore è avvenuto alla vigilia di una nuova visita in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati del segretario di Stato Usa John Kerry, il quale tenterebbe una nuova mediazione per far progredire i vacillanti colloqui di pace tra le due parti.

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