Portogallo, il Governo di Destra crolla in meno di due settimane
In Portogallo, il Governo minoritario della Destra di Pedro Coelho è caduto a meno di due settimane dal suo insediamento; il suo programma è stato respinto, con 123 voti contro 107, dall’alleanza di socialisti e comunisti.
Il 4 ottobre la coalizione di centro-destra, seppur minoritaria, aveva vinto le elezioni grazie alle divisioni della Sinistra; adesso, facendo per una volta fronte unito, socialisti e comunisti hanno abbattuto l’Esecutivo.
Ora il presidente Cavaco Silva deve scegliere se permettere al Governo della Destra di governare fino alle prossime elezioni, o chiedere ai socialisti (seconda forza in Parlamento) di formare una coalizione per un nuovo Esecutivo.
I socialisti sono contrari al proseguimento delle politiche di “rigore” a cui il Portogallo è stato sottoposto negli ultimi anni; nel corso del dibattito in Parlamento, Antonio Costa, il leader del partito, ha dichiarato che una coalizione di sinistra garantirebbe un’amministrazione stabile.
Pedro Coelho, leader della destra e sostenitore di misure neoliberiste e della prosecuzione di quell’austerity che ha messo in ginocchio una Nazione sottoposta alle ricette amare della Troika, sostiene che un’eventuale governo della Sinistra imprimerebbe al Paese una deriva greca.
Resta da vedere se, finalmente, superando antiche divisioni e gelosie, socialisti e comunisti riusciranno a trovare una seria piattaforma comune per dire basta alle follie neoliberiste consumate sulla pelle della gente, che dietro il totem del “rigore” a tutti i costi hanno prodotto recessione, disoccupazione e l’emigrazione della parte migliore della popolazione, oltre ad aumentare a dismisura le diseguaglianze.