Ponte Morandi e la “distrazione” Nave Diciotti
Sul Ponte Morandi e sulla tragedia che poco meno di una settimana fa ha colpito la Liguria e l’Italia intera, pare essere sceso il sacro velo dell’oblio che caratterizza le sempre troppe tragedie tricolori. “Tutto è perduto, tutto è dovuto, tutto è ricordo”, cantava Francesco De Gregori in un suo bellissimo brano, questo è quello che sta accadendo in questo agosto anomalo.
Per quanto riguarda gli sviluppi sul Ponte Morandi, gli ultime sviluppi in ordine di tempo sono che i due commissari Brencich e Ferrazza si sono visti revocare l’incarico dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) in quanto sospettati di conflitto di interessi visto che i due avevano già avuto a che fare con il viadotto e la sua gestione; il ministro Toninelli ha pensato bene di revocare l’incarico all’Architetto Roberto Ferrazza “secondo ragioni di opportunità”, si legge nel comunicato, ma anche il Prof. Antonio Brencich ha rassegnato le sue dimissioni dalla commissione il 23 Agosto.
Brencich prima di andare via ha rilasciato una comunicazione che suona abbastanza sibillina: “La mia decisione di dimettermi coincide con una ragione di opportunità. Lo volevo fare già quattro giorni fa. Su questa vicenda si è alzata una questione politica, con la quale non ho nulla a che fare. Quindi, per ragioni di serietà, mi sono dimesso”. Differente invece la reazione dell’Architetto Ferrazza: “Anch’io vorrei cercare di capire. Ma prima di parlare dovrei ricevere una comunicazione del ministero, cosa che ancora non c’è stata”.
Insomma, sulla vicenda del Ponte Morandi si sta giocando una partita tutta politica che si fa forte dell’ombra di un paventato conflitto di interessi che vede interessati i due nomi in questione, visto che avevano avuto a che fare con il viadotto Polcevera e con chi ne aveva la gestione; la relazione emessa nello scorso febbraio sul progetto di ristrutturazione era firmata anche da Ferrazza e Brencich, documentazione che è stata acquisita dalla procura di Genova nell’ambito dell’indagine sul disastro del Ponte Morandi. Da lì è nata l’esigenza di far decidere al Mit una presa di posizione chiara sulla nomina dei due.
Ferrazza aveva dato il suo benestare alla ristrutturazione del viadotto in qualità di Provveditore alle opere pubbliche, mentre Brencich era uno dei componenti del comitato tecnico amministrativo e su cui anche lui era favorevole alla ristrutturazione anche se tenne a sottolineare come i metodi utilizzati dalla concessionaria per indagare lo stato di degrado del pilone che poi è crollato il 14 Agosto non erano del tutti consoni.
Il Mit ha annunciato nei giorni scorsi che Alfredo Mortellaro, dirigente del consiglio dei lavori pubblici sarà aggiunto all’organico della commissione ispettiva; presentato come una figura di alto livello e con un’esperienza trentennale nel settore. Intanto c’è sempre da risolvere la questione di come demolire ciò che rimane del viadotto; si stanno ipotizzando vari scenari e quelli che sembrano prevalere sono l’abbattimento o l’esplosione controllata. Dalle ultime notizie, la seconda ipotesi pare prendere corpo vista la difficoltà nel raggiungere con i mezzi tecnici le altezze delle campate; l’ipotesi dell’esplosione controllata però prevede tempi molto lunghi e uno studio dettagliato su dove posizionare l’esplosivo.
Mentre la drammatica vicenda del Ponte Morandi si condisce sempre più di confusione e pressapochismo, come per magia l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e non solo, viene catalizzata dalla nave Diciotti e dal suo carico di disperati bloccati al porto di Catania. Il “Cambiamento” sbandierato da questo governo sembra un tristissimo film visto e rivisto più volte.
di Sebastiano Lo Monaco