I combattenti iraniani dei Pasdaran, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamiche, hanno rilasciato una dichiarazione sull’anniversario della Giornata Internazionale di Gerusalemme (Al-Quds) in cui condannano il cosiddetto “Affare del Secolo” proposto dagli Usa e da Israele, definendolo destinato al fallimento.
In una dichiarazione rilasciata ieri due giorni prima dell’anniversario del Quds Day, il Corpo dei Pasdaran ha affermato che ogni anno la commemorazione del giorno di Gerusalemme spaventa l’amministrazione statunitense, il regime sionista di Israele e i loro alleati regionali. La dichiarazione fa riferimento al piano di pace proposto dagli Stati Uniti e da Israele denominato “l’Affare del Secolo”, affermando che tale accordo è destinato al fallimento. I Pasdaran affermano che la questione palestinese è entrata in una nuova fase e che l’Intifada palestinese è diventata un’Intifada internazionale.
Le Guardie della Rivoluzione sottolineano con forza che l’Asse della Resistenza considera la cacciata degli occupanti sionisti dalle terre occupate e il ritorno dei profughi palestinesi per tenere elezioni libere, “come unica soluzione alla questione palestinese”. La dichiarazione dei Pasdaran invita inoltre il popolo iraniano a partecipare ai massicci raduni di domani per la Giornata Internazionale di Gerusalemme e a riaffermare la loro fedeltà alla causa palestinese e ai sacri luoghi di Al-Quds.
Giornata Internazionale di Gerusalemme
La città di Gerusalemme (Quds) fu la prima Qibla ed è un’importante luogo sacro dei musulmani, patria di milioni di profughi palestinesi che dal 1948 è stata scippata ai suoi legittimi proprietari originari e posta sotto controllo degli invasori israeliani. La Giornata internazionale di Gerusalemme,istituita nel 1979 dal defunto fondatore della Repubblica Islamica l’Imam Khomeini, è considerata il giorno del sostegno alla causa e al popolo palestinese, in cui si rivendica la liberazione di tutti i territori palestinesi dalla brutale occupazione del regime sionista, sostenuto da buona parte dei Paesi occidentali e del Golfo.
di Giovanni Sorbello
