Pakistan: funzionario intelligence accusa l’agenzia di proteggere i terroristi
Un assistente del sottosegretario dell’Intelligence Bureau (Ib) del Pakistan, agenzia di intelligence fondata nel 1947, Malik Mukhtar Ahmed Shahzada, ha accusato l’Ib di proteggere i terroristi e ha presentato una petizione al tribunale per chiedere un’indagine approfondita sull’argomento. L’accusa formulata da Shahzada sarebbe la mancata azione, da parte dell’agenzia, nei confronti dei gruppi terroristici, dopo che questi erano stati segnalati ai funzionari senior come richiesto dalla procedura ufficiale.
Secondo la petizione depositata presso la High Court di Islamabad (Ihc), la questione dovrebbe ora passare al vaglio della Inter Services Intelligence per un’indagine più approfondita. “Dopo un approfondito processo di raccolta delle informazioni è emerso che alcuni alti funzionari dell’Ib sono direttamente coinvolti con organizzazioni terroristiche e hanno legami con agenzie di intelligence ostili”, si legge nella petizione in cui si aggiunge che la situazione era già stata segnalata al direttore dell’Intelligence bureau, che non ha però ritenuto opportuno prendere nessuna contromisura a riguardo.
Il Pakistan nella delicata gestione della sicurezza lungo il confine con l’Afghanistan
Nella petizione depositata tramite il consulente Masroor Shah, Shahzad ha dichiarato di essere parte dell’Ib fin dal 2007 e ha aggiunto che nel corso degli ultimi anni ha segnalato diversi gruppi terroristici con radici in Uzbekistan, Iran, Siria, India ma soprattutto Afghanistan. Alcuni funzionari dell’Ib avrebbero inoltre stretto legami diretti con l’intelligence afghana in seguito ad alcuni viaggi effettuati in Israele. La petizione indica inoltre che alcuni funzionari dell’Ib risultano sul libro paga di agenzie di intelligence straniere e che alcuni funzionari avrebbero facilitato le pratiche di ottenimento della nazionalità pakistana per diversi cittadini afghani.
La questione assume importanza strategica soprattutto in vista della nuova politica Usa in programma per l’Afghanistan che prevede il rafforzamento della presenza militare statunitense sul territorio afghano senza scadenze temporali, almeno per il momento. Decisione, quella del presidente Usa Donald Trump, in netto contrasto con il ritiro promesso e voluto dal predecessore Barack Obama.
di Irene Masala