Onu. Approvata risoluzione per musulmani in Myanmar
La risoluzione è stata adottata nella serata di ieri, chiede al governo del Myanmar di agire per migliorare la situazione dei musulmani Rohingya.
L’assemblea generale dell’ONU ha esortato il governo “a proteggere tutti i diritti dei musulmani, compreso il diritto di cittadinanza”.
La risoluzione evidenzia inoltre che persistono nel paese “violazioni sistematiche dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Più di 800mila Rohingya sono privati dei diritti di cittadinanza a causa della politica di discriminazione che le ha negato il diritto di cittadinanza, rendendoli vulnerabili ad atti di violenza, persecuzione ed espulsione.
Il governo del Myanmar si rifiuta di intervenire per migliorare la situazione, nonostante gli appelli della comunità internazionale.
I musulmani Rohingya sono vittime di torture e repressione, dall’indipendenza del Myanmar ottenuta nel 1948. Centinaia di Rohingya sono stati uccisi e migliaia sfollati a causa dei recenti attacchi da parte di estremisti buddisti, che spesso attaccano i villaggi dei Rohingya e danno fuoco alle loro case. Tutto ciò accade con la complicità e il sostegno da parte dell’esercito del Myanmar.
La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi, si è rifiutata di condannare il governo militare del Myanmar, per la persecuzione nei confronti dei Rohingya.
I Rohingya hanno discendenze persiane, turche e bengalesi, sono emigrati in Myanmar già nel 8° secolo. Amnesty International e Human Rights Watch hanno rilasciato delle dichiarazioni, invitando il Myanmar ad adottare misure per proteggere la popolazione musulmana dei Rohingya dagli estremisti buddisti.