Occidente tace davanti alla repressione negli Usa
La violenta repressione della polizia americana in seguito alle proteste scoppiate per l’uccisione del giovane George Floyd ha scatenato dure critiche sui social. Purtroppo, alla condanna dei cittadini sui social fa da contraltare il silenzio complice dell’Occidente, a conferma dell’asservimento dei suoi governi nei confronti del regime americano. Questo atteggiamento conferma la politica del doppiopesismo sul tema del rispetto dei diritti umani attuata dall’Occidente.
A tal proposito, il ministero degli Affari Esteri iraniano nel suo account Twitter ha scritto che i governi occidentali mantengono il silenzio e dimenticano il rispetto tanto sbandierato dei diritti umani.
L’Occidente tace e dimentica il rispetto dei diritti umani
Il ministero degli Esteri iraniano, in risposta alle manifestazioni di protesta negli Stati Uniti a causa della morte di un uomo di colore americano George Floyd da parte della polizia americana, ha scritto: “Nonostante l’omicidio crudele di un altro uomo di colore e giorni di brutale repressione delle proteste negli Stati Uniti, l’Occidente tace dimenticando questa volta il rispetto dei diritti umani. Immagina la loro reazione se fosse successo in un Paese non occidentale. (No, questo non è “whataboutism”, ma solo un semplice racconto dei fatti)”, riporta la dichiarazione del ministero.
In seguito alla tragica morte di un uomo di colore americano il 25 maggio 2020, a causa della violenza di un ufficiale di polizia di Minneapolis, migliaia di persone hanno attraversato le strade degli Stati Uniti per protestare contro il brutale comportamento della polizia americana.
Le manifestazioni sono diventate violente in alcune città, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti. Queste proteste sono iniziate dopo che filmati inquietanti sono stati pubblicati online. Le immagini mostrano l’ufficiale di polizia, Derek Chauvin, soffocare il giovane di colore George Floyd dopo averlo costretto a terra bloccandolo con un ginocchio. This is America.
di Yahya Sorbello