Nucleare iraniano: Iran pronto se salta accordo
Se l’accordo sul nucleare iraniano verrà strappato dal neo presidente Donald Trump, l’Iran è pronto ad agire in maniera appropriata; lo ha dichiarato nel corso di un’intervista alla Cbc canadese il Direttore dell’Organizzazione per l’Energia Atomica Iraniana (Aeoi), Ali Akbar Salehi.
Il funzionario ha dichiarato che l’Iran è in grado non solo di tornare molto facilmente alla fase del programma antecedente all’accordo, ma ad un livello tecnologicamente assai più avanzato, aggiungendo che non si augura di prendere una tale decisione, ma che il Paese è preparato a farlo.
L’accordo sul nucleare, chiamato Piano Congiunto d’Azione Globale (Jcpoa), è stato stipulato a Vienna nel luglio 2015 tra Teheran e il gruppo dei 5+1, ovvero Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina più la Germania; l’Unione Europea ha agito come coordinatrice dei negoziati dell’intesa, entrata in vigore a metà del gennaio 2016.
Il protocollo è stato poi recepito da una risoluzione vincolante del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che prevede la fine delle sanzioni a suo tempo comminate contro l’Iran, che, a sua volta, ha posto limiti al suo programma nucleare. Tuttavia, nel corso della sua campagna elettorale, Trump ha minacciato di strappare il Jcpoa, che ha definito come l’accordo peggiore mai stipulato e una delle più stupide intese che abbia mai visto.
In risposta alle minacce di Trump, la scorsa settimana il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha dichiarato che Washington non può decidere unilateralmente di abrogare l’accordo sul nucleare, in quanto esso è un accordo internazionale e non una semplice intesa bilaterale tra l’Iran e gli Stati Uniti. Zarif ha tuttavia sottolineato che Teheran risponderebbe se il nuovo presidente degli Stati Uniti strappasse il Jcpoa.
All’inizio di gennaio, in occasione dell’anniversario della firma del trattato, il vice ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha riferito che se Trump avesse dato seguito alle sue minacce l’Iran avrebbe denunciato l’accordo sul nucleare iraniano, coerentemente a quanto dichiarato dal leader della Rivoluzione Islamica, Ayatollah Seyyed Ali Khamenei.
La dura presa di posizione di Trump contro il Jcpoa giunge mentre i partner di Washington nell’accordo del 5+1 hanno dato il loro pieno assenso alla completa implementazione delle condizioni previste dal trattato, riconoscendo la posizione dell’Iran. Nei commenti fatti in occasione del primo anniversario di attuazione del Jcpoa, l’Alta Rappresentante della Ue per la Politica Estera, Federica Mogherini, ha elogiato l’accordo ed ha esortato tutti i firmatari a rispettarlo. Il capo della diplomazia Ue ha definito l’intesa raggiunta come una pietra miliare della diplomazia, che ha lavorato a beneficio di tutte le parti.
In un’altra occasione, Salehi ha minimizzato un’altra minaccia di Trump, fatta poco prima del suo insediamento, secondo la quale avrebbe ordinato la costruzione di un sistema anti-missile orientato contro l’Iran e la Corea del Nord; un annuncio pubblicato sul sito della Casa Bianca venerdì scorso. Salehi ha dichiarato che gli Stati Uniti si trovano a più di 10mila miglia di distanza dall’Iran, e che il Paese non ha alcuna intenzione di produrre vettori che abbiano una simile gittata. Tuttavia, il Direttore dell’Aeoi ha definito un segno positivo il fatto che il neopresidente statunitense non abbia fatto alcuna menzione dell’Iran o del Jcpoa nel suo discorso inaugurale.
Alla luce dei fatti, c’è una buona probabilità che le affermazioni di Trump in merito all’accordo sul nucleare iraniano siano strumentali, alle quali potrebbero non seguire atti irreparabili, ai quali l’Iran è preparato ma che aprirebbero un’ulteriore crisi di cui nessuna persona responsabile al mondo sente il bisogno.
di Salvo Ardizzone