Navigator – Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si è insediato da pochi giorni ma ha reso chiaro qual è la strada che intraprenderà. Che si voglia “modificare” il Reddito di Cittadinanza non è un mistero. Per molti, a cominciare da Renzi che lo ha sempre visto come un drappo rosso sventolato dinnanzi al toro, sino ad arrivare alla Lega di Salvini e FdI della Meloni, quella norma è stata sin dal primo momento il primo bersaglio da colpire.
Impensabile per lorsignori una norma che, per quanto scritta male, per quanto applicata peggio, possa dare un sostegno economico a famiglie che altrimenti sarebbero costrette ad accettare offerte di lavoro indegne di un Paese civile.
Eppure qualcosa cambierà, la Meloni è stata chiara. I fannulloni, come sono stati descritti i fruitori del Reddito di Cittadinanza sono stati avvisati. Ma chi dovrebbe trovargli il lavoro? Qui entrano, o per meglio dire, entravano in scena i Navigator, figure di raccordo tra coloro che cercavano lavoro e gli uffici di collocamento. “Operatori di riferimento”, erano stati definiti. La prima modifica voluta dal governo di destra è che queste figure non saranno più disponibili, i contratti non saranno più rinnovati.
946 Navigator rimarranno disoccupati
946 sono i Navigator che rimarranno disoccupati, questo è quanto ha voluto il nuovo ministro del Lavoro. Nel 2019, i Navigator erano 2.700, gente che si mosse da tutta Italia per fare i concorsi.
Molti dei precettori del RdC però hanno delle condizioni che rendono difficile un’immediata collocazione lavorativa: sono disoccupati da lungo tempo, hanno una bassa istruzione, hanno limitate competenze professionali. Il 75% di questi occupabili, che non è sinonimo di occupazione, risiede al Sud o nelle Isole, il 57% sono donne, il 48% ha superato i 40 anni, il 10% è straniero.
di Sebastiano Lo Monaco