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Nasrallah: “Non temete le nostre armi ma il nostro amore per la causa”

Il Segretario Generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah ha tenuto oggi un discorso trasmesso su uno schermo gigante, nel corso della cerimonia di commemorazione del 40° giorno del martirio dell’Imam Hussein, che si è tenuta nella città di Baalbek nella valle della Bekaa, nel Libano orientale.

Puntualmente il discorso del Segretario Generale è stato ampio ed entusiasmante, trattando tutti gli argomenti attuali legati al Libano e a tutta la regione medio orientale. Nasrallah ha iniziato elogiando l’enorme massa di fedeli (oltre sedici milioni) che in questi giorni affolla la città santa irachena di Karbala, per la commemorazione dell’Arbayn.

Nasrallah entra nel vivo del suo discorso, dichiarando: “Chi prova a quantificare le nostre armi, io gli dico che non sono quelle a doverlo preoccupare, ma qualcosa di più forte e potente. Ciò di cui questa gente deve preoccuparsi è il nostro amore per il martirio per la nostra gente e per la nostra terra, nel nome di Hussein”.

Ha aggiunto: “Bisogna ringraziare questo governo se il Libano è rimasto fuori dalle cosiddette Primavere Arabe, malgrado l’enorme sforzo da parte di alcune potenze straniere, di trascinare il nostro paese nel conflitto siriano”.

A chi vuole inserire Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche, vuole solo liberarsi di noi per mettere le mani sul Libano e sulle sue risorse petrolifere del nostro mare. Ebbene, con la forza della nostra resistenza nessuno potrà provarci e nessuno potrà ostacolare la nostra volontà di estrarre il petrolio. Proteggere le nostre risorse naturali è un beneficio per tutti i libanesi. Vogliamo solo che il nostro popolo possa vivere bene e che si possano pagare i debiti lasciati dai governi passati.

Altro argomento scottante e di estrema attualità, riguarda le sorti dei pellegrini libanesi rapiti in Siria. Nasrallah ha dichiarato che lo stato libanese dovrebbe trattare direttamente con i sequestratori e con chi li appoggia, con chiaro riferimento a Turchia, Qatar e Arabia Saudita. E’ un diritto sacrosanto da parte dei familiari dei rapiti, protestare contro l’incapacità del governo, che li ha abbandonati al loro destino.

Per quanto riguarda la questione dei profughi palestinesi e siriani arrivati in Libano, il Segretario Generale ha detto che è dovere di tutti noi aiutarli e sostenerli, fino al loro rientro in patria. Questa non è una causa politica ma umana.

Il boato assordante della folla, saluta la fine del discorso di Sayyed Hassan Nasrallah.

di Redazione

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